1) Qual'è il costo previsto
per la realizzazione del Ponte e dei suoi collegamenti?
Il Progetto preliminare, coerentemente alle prescrizioni
di legge, contiene il quadro economico dell'Opera. In particolare,
nel quadro economico, la Società - sulla base delle
nuove soluzioni progettuali e di più recenti parametri
di mercato - ha provveduto ad aggiornare in circa 4,6 miliardi
di Euro (valori 2002) il costo complessivo dell'Opera, inclusi
i collegamenti (nella delibera del Cipe del 1° agosto
2003 sono stati altresì previsti 130 milioni di euro
per le opere compensative). Le nuove stime fanno registrare
una riduzione significativa rispetto all'importo definito
nel 2001 (4,8 miliardi di Euro a valori 2000), nonostante
i costi aggiuntivi volti a garantire i livelli di sicurezza
derivanti dall'adozione della recente normativa in materia
(ciò ha tra l'altro determinato l'adozione di una
"sezione ferroviaria tipo" costituita da due gallerie
monobinario con collegamenti ogni 250 metri) e l'incremento
inflattivo verificatosi negli ultimi due anni.
Il Progetto preliminare, coerentemente
alle prescrizioni di legge, contiene il quadro economico
dell'Opera. In particolare, nel quadro economico, la Società
- sulla base delle nuove soluzioni progettuali e di più
recenti parametri di mercato - ha provveduto ad aggiornare
in circa 4,6 miliardi di Euro (valori 2002) il costo complessivo
dell'Opera, inclusi i collegamenti (nella delibera del Cipe
del 1° agosto 2003 sono stati altresì previsti
130 milioni di euro per le opere compensative). Le nuove
stime fanno registrare una riduzione significativa rispetto
all'importo definito nel 2001 (4,8 miliardi di Euro a valori
2000), nonostante i costi aggiuntivi volti a garantire i
livelli di sicurezza derivanti dall'adozione della recente
normativa in materia (ciò ha tra l'altro determinato
l'adozione di una "sezione ferroviaria tipo" costituita
da due gallerie monobinario con collegamenti ogni 250 metri)
e l'incremento inflattivo verificatosi negli ultimi due
anni.
2) Come verranno reperiti i fondi
necessari alla realizzazione del Ponte?
Il Consiglio di Amministrazione della Stretto di Messina
il 14 gennaio 2003 ha approvato lo studio di analisi e fattibilità
finanziaria sviluppato dalla Società, con il supporto
di PricewaterhouseCoopers - consulente finanziario della
Stretto di Messina. Lo schema di finanziamento, predisposto
dalla Società ed esaminato dal Ministero delle Infrastrutture
e dei Trasporti nell'ambito dell'istruttoria relativa al
progetto preliminare per l'approvazione da parte del Cipe,
avvenuta il 1 agosto, non prevede l'erogazione di contributi
a fondo perduto, nè il rilascio di garanzie da parte
dello Stato: la fattibilità finanziaria dell'opera
si basa su un aumento di capitale della Stretto di Messina
di 2.500 milioni di Euro pari a circa il 40% del fabbisogno
complessivo da erogarsi progressivamente in relazione all'avanzamento
delle attività di costruzione. Al riguardo, lo scorso
28 aprile, l'Assemblea straordinaria degli Azionisti ha
approvato all'unanimità l'aumento di capitale dell'importo
complessivo di 2.500 milioni di euro, già deliberato
il 18 marzo 2003 dal Consiglio di Amministrazione sulla
base del documento di Analisi e Fattibilità finanziaria
approvato dal Consiglio di Amministrazione del 14 gennaio
e successivamente trasmesso alle Autorità di Governo
ed agli Azionisti per le valutazioni di competenza. Tale
documento prevede l'intervento degli Azionisti per un importo
pari al 40% del fabbisogno finanziario originato dal progetto,
integrato per il residuo importo, pari al 60%, da finanziamenti
da reperire sui mercati internazionali secondo la logica
del project finance. Il suddetto aumento di capitale, sulla
base della distribuzione temporale del fabbisogno finanziario
per la realizzazione del ponte sullo Stretto, prevede una
prima operazione per circa 300 milioni di euro, con versamento
in piõ tranche a partire dall'anno in corso. Il Consiglio
di Amministrazione del 1 ottobre ha deliberato di dare
esecuzione alla predetta operazione di aumento di capitale,
fissando per il prossimo 10 dicembre il termineo per la
sottoscrizione delle nuove azioni insieme al versamento
contestuale dei 3/10 del valore nominale. L'Assemblea straordinaria
del 28 aprile ha inoltre deliberato, ai sensi dell'articolo
2443 del Codice Civile, l'attribuzione della delega al Consiglio
di Amministrazione per l'ulteriore aumento, per l'importo
massimo di 2.200 milioni di euro, che sarà eseguito
nel corso del prossimo quinquennio in relazione al manifestarsi
dei fabbisogni finanziari connessi con la realizzazione
del ponte. Il deliberato aumento di capitale per l'intero
importo di 2.500 milioni di euro sarà di volta in
volta offerto in opzione agli Azionisti in misura proporzionale
alle quote di partecipazione (l'attuale struttura è
la seguente: Fintecna Spa 53,6%, RFI Spa 12,9%, Regione
Calabria 12,9%, Regione Siciliana 12,9%, ANAS Spa 7,7%).
In particolare, Fintecna, RFI ed ANAS hanno dichiarato in
Assemblea di impegnarsi a sottoscrivere le quote di propria
spettanza, al momento in cui saranno poste in esecuzione
le singole operazioni di aumento di capitale, secondo i
termini e le modalità che dovranno essere fissate
dal Consiglio di Amministrazione. Detti Azionisti hanno
altresì dichiarato di impegnarsi a sottoscrivere
le eventuali azioni inoptate in misura tale da pervenire,
al termine dell'operazione complessiva di aumento di capitale,
ad una quota di partecipazione non superiore rispettivamente
al 70% per Fintecna, 15% per ANAS, 15% per RFI. C'è
in relazione all'esigenza di avere elementi di certezza
in ordine alla copertura del piano finanziario e quindi
di consentire il reperimento sul mercato dei residui capitali
necessari (3.500 milioni di euro circa). La struttura così
delineata consentirà alle Regioni, per le quali è
confermato il ruolo determinante nella realizzazione del
progetto, di decidere, di volta in volta, in merito alla
sottoscrizione delle quote offerte in opzione delle singole
operazioni di aumento di capitale. Le residue occorrenze
finanziarie, circa il 60% dei fabbisogni, come detto, saranno
coperte attraverso finanziamenti di tipo project finance
contratti in più tranche sul mercato internazionale
dei capitali. Tali finanziamenti sarebbero pertanto garantiti
dai flussi finanziari generati dalla gestione dell'opera.
I risultati ottenuti dalle analisi finanziarie evidenziano
la capacità dello schema individuato di assicurare
agli Azionisti - pur in assenza di qualsiasi contributo
pubblico a fondo perduto - un rendimento adeguato in tutti
gli scenari trasportistici considerati.
3) Come è possibile affermare
che la realizzazione del Ponte non costerà nulla
allo Stato, quando i Soci della Stretto di Messina S.p.A.,
che sono aziende pubbliche, si sono impegnati a immettere
nell'iniziativa 2,5 miliardi di Euro?
E' opportuna una riflessione per chiarire la natura del
capitale di rischio che gli Azionisti e principalmente Fintecna,
Anas e RFI immetteranno nell'iniziativa.Tali risorse destinate
al ponte rappresentano un investimento imprenditoriale,
basato su analisi di rendimento e prospettive di recupero
e non un contributo a fondo perduto. Infatti, seppure il
capitale di rischio investito nel progetto proviene da Società
a controllo pubblico (Fintecna, Anas e RFI), il suo impiego
discende da analisi tecniche di investimento ed è
disciplinato da logiche tipicamente privatistiche di mercato.
Il vero impiego di "risorse pubbliche" si avrebbe
qualora il progetto, secondo schemi seguiti in passato,
venisse finanziato in larga misura (almeno il 50%) con contributi
a fondo perduto.
4) Perchè non impiegare
i fondi del Ponte per la realizzazione, ad esempio, di case
antisismiche?
Un investimento, per sua natura, si effettua quando esistono
parametri che consentano di prevedere il recupero del capitale
e la sua remunerazione. E' questo il motivo per cui le risorse
destinate al ponte non potrebbero essere impiegate in altri
progetti che non avessero la possibilità di remunerare
e rimborsare il capitale. Peraltro, non gravando la realizzazione
del ponte sul bilancio dello Stato, le risorse disponibili
potranno essere destinate alla realizzazione di altre opere
previste dal Governo. Al riguardo è utile ricordare
che, con l'approvazione delle linee principali del piano
finanziario elaborato dalla Stretto di Messina, il Cipe
ha stornato una previsione di spesa per la realizzazione
del ponte, pari a circa 300 milioni di euro, assegnate da
una precedente delibera Cipe del 2001. Questo importo quindi
può essere, e forse lo è già, destinato
alla realizzazione di altre opere programmate dal governo.
5) E' vero che la Società Stretto di Messina
sarà privatizzata?
Lo schema di finanziamento predisposto consentirebbe la
privatizzazione della Società. Tale processo potrebbe
essere avviato anche in prossimità della chiusura
dei lavori per completarsi in fase di esercizio dell'opera.
6) Ma quanto costerà attraversare
il Ponte?
Per quanto riguarda la determinazione delle tariffe per
l'attraversamento del Ponte, lo Studio di fattibilità
finanziaria ha individuato le seguenti ipotesi: per ciascuna
classe di veicoli stradali (moto, autovetture, autocarri,
autobus) la tariffa applicata è in linea con quella
praticata attualmente dai servizi di traghettamento attraverso
lo Stretto.
Tariffa media per singolo attraversamento
Tipo di veicolo
Moto € 5
Autovetture con ritorno entro 3 gg. € 9,5
Autovetture con ritorno oltre 3 gg. € 16
Camion con ritorno entro 6 gg. € 50
Camion con ritorno oltre 6 gg. € 63
Autobus pieni € 80
7) L'aumento del costo dell'acciaio inciderà
in maniera significativa sul costo complessivo dell'opera?
Il costo dell'acciaio ha una bassa incidenza
sui costi complessivi dell'opera. In particolare i costi
di realizzazione del Ponte aumentano di circa l'1% per ogni
100% di aumento della materia prima. Dunque l'incremento
del costo complessivo che comprende anche le spese relative
alla costruzione dei collegamenti (circa il 30% del totale),
risulterebbe significativamente al di sotto dell'1% (circa
lo 0,7%). Un aumento che può essere ampiamente assorbito
se si considera che il piano finanziario prevede un investimento
complessivo di 6 miliardi di euro, nei quali sono compresi
anche i maggiori costi che potranno conseguire dal possibile
incremento del prezzo, ivi compreso quello dell'acciaio,
nel periodo di progettazione definitiva e costruzione.