Si
può tentare di tradurre nella lingua nazionale, le
più originali, tipiche e colorite parole dialettali
calabresi, tralasciando quasi del tutto, rilevanti aspetti
etimologici e/o grammaticali? Ho ritenuto lo si potesse tentare,
in quanto spesso queste analisi, per quanto accurate ed asettiche,
finiscono con l’appassionare solo gli “addetti
ai lavori”, non molto di più. L’intenzione
è stata invece, quella di offrire un testo immediato,
e di facile consultazione, su cui reperire senza difficoltà,
le traduzioni meno complicate e più accessibili. Per
quanto possibile, ho cercato di inserire anche termini che
più o meno 30 anni fa, erano assai più in voga,
di quanto adesso non lo siano; alcuni infatti, suoneranno
come sconosciuti ai giovanissimi, non certamente ai meno giovani.
Ho cercato di riportare fedelmente, e comunque sempre in maniera
“leggera” il significato dei tanti vocaboli descritti,
aggiungendo quando dovuta, qualche ponderata riflessione personale.
L’avere poi aggiunto, in qualche frangente, un misurato
pizzico di ironia, non credo abbia snaturato, o sconvolto
il senso del testo. Che ribadisco è stato quello di
voler produrre, un riferimento, pronto ed essenziale, per
quanti calabresi e non, ma potenzialmente interessati.
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Alfonso
AIELLO è nato nel 1960 a Martirano (CZ), dove attualmente
vive. Impiegato, sposato con tre figli; nel 2002 ha partecipato
e vinto il concorso giornalistico letterario “Alessandro
Toja” di Gizzeria.
E 10,00 (i.i.)
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