Ntà Calabria - Escursioni

 

 

 
   
Le Serre
 

Punta dello stivale italiano, terra stretta tra due mari, la Calabria, ispida e selvaggia offre spettacoli incomparabili: mari verde smeraldo e monti candidi di neve, agrumeti ed oleandri spontanei, oliveti e vigne di antichissima storia, selve e acque correnti. La provincia di Vibo Valentia riassume in sè proprio questa peculiarità calabrese: tradizioni, paesaggi, sapori che spaziano dalla montagna al mare per un territorio mosso e variamente boscato, dalle sughere e dai lecci, che si innalzano sulla macchia mediterranea fino ai castagni e ai pini delle Serre. Fu Hipponium greca, ma il nome d’oggi richiama la più antica Vibo e la romana Valentia. Sopra un elevato pianoro, con vista eccezionale sulla costa tirrenica da capo Palinuro all’Etna, Vibo Valentia mostra tratti delle potenti mura greche (V-IV sec. a.C.) e, nel castello dominante il medioevale Borgo Nuovo, strutture normanne e sveve. Nel Museo Archeologico Statale, allestito nel palazzo Gagliardi in piazza Garibaldi, notevoli sono i reperti locali, ceramiche, terracotte, bronzi della greca e della romana Vibo Valentia. Nel capoluogo di provincia da visitare anche il Duomo barocco con un altare ricomposto da Serra San Bruno con tre statue di Antonello Gagini (XVI sec.) e la Chiesa di San Michele rinascimentale di tipo toscano del XVI secolo. A 10 km da Vibo Valentia Pizzo, località famosa per le torri aragonesi che sorvegliano il Golfo di Sant’Eufemia con le barche dei pescatori e i bagnanti che rappresentano rispettivamente tradizione e attualità dell’economia locale. Del paese si può visitare la Chiesa Matrice, custode di sculture dei Gagini e il Castello. Da apprezzare qui la cucina del pesce, il gelato tartufo esportato in tutta la regione e le vigne dello zibibbo. Costeggiando il Lago dell’Angitola, bacino artificiale ottenuto tramite un possente sistema a due dighe, si supera San Nicola da Crissa, piccolo borgo collinare in una stupenda posizione e si scende in una vasta e coltivata conca irrigua. Attraversato Simbario, ricostruito dopo il sisma del 1783, si giunge a Serra San Bruno, Serra per la catena montuosa delle Serre, San Bruno per la Certosa, fondata nel 1091 dal benedettino Brunone di Colonia. E' un bel paese posto alle falde del Monte Pecoraro, la cima più alta delle Serre. Da vedere la Chiesa dell’Addolorata, dalla facciata settecentesca e la Chiesa Matrice, sempre del ‘700. La Certosa è al margine di un’abetaia: presenta edifici moderni goticheggianti e nella chiesa si trova il busto d’argento del Santo. Oggi, tra abeti e faggi, il paese è un gradevole posto di villeggiatura allietata da una robusta cucina di montagna. Specialità del luogo sono i dolci: dal torrone morbido alla pasta di biscotto con mandorle. Particolarissimo l’Amaro d'erbe dei Certosini. La statale prosegue, in un continuo alternarsi di vaste faggete e di zone brulle, in un sempre più vasto paesaggio montuoso, fino a toccare il Passo di Pietra Spada. Scendendo tra boschi di faggi si raggiunge la cantoniera Mangiatorella e la deviazione per la Ferdinandea, ferriera borbonica. Ripresa la statale si scende fino a Stilo, notevole centro bizantino di cui è segno la Cattolica, preziosa chiesetta del sec. X, tutta in mattoni, di sobria forma cubica a tre absidi, sormontata da un suggestivo incrocio di cinque tamburi cilindrici che rivestono le relative cupolette interne. Il Duomo conserva il portale trecentesco gotico svevo e la grande tela della Madonna d’Ognissanti di G.B. Caracciolo detto il Battistello. Da Stilo percorrendo la vastità di un territorio rupestre e tortuosamente vallivo si scende fino allo Ionio. Costeggiando la fiumara Stilaro, dove secondo alcune fonti storiche fu sconfitto da arabi e bizantini l’imperatore Ottone II, si arriva a Monasterace Marina, particolare per il suo splendido lungomare. Poco a Nord dell’abitato sono gli scavi di Caulonia, antica città della Magna Grecia, fondata nel VII secolo. Si segue verso Sud la litoranea, che corre lungo una suggestiva costa sabbiosa. Passata Riace Marina, nel cui mare furono rinvenute, nel 1972, le celebri statue di bronzo ora a Reggio, si arriva a Roccella Ionica, la cui parte alta antica, ora abbandonata, è dominata dagli imponenti resti del castello. Infine si entra a Marina di Gioiosa Ionica dove si possono ammirare i resti di un teatro romano imperiale.