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Il
terremoto del 1783 e la malaria
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La sismicità del territorio calabrese è
una costante della sua storia. Senza soffermarsi sulle varie
teorie fornite da geologi e sismologi si può affermare
che la Calabria come la Sicilia, perché situate nel
campo d'azione dei vulcani Etna, Vesuvio e Stromboli, hanno
il doloroso primato dei terremoti. Infatti nei secoli XI e
XII in Calabria si verificò una lunga serie di terremoti
che ripresero, dopo una breve pausa, nel XVIII secolo anche
con formidabile intensità. Il terremoto divenne così
nella coscienza collettiva manifestazione dell'ira divina
contro i peccati umani che avevano superato ogni limite. E
l'ira divina castigò a più riprese e con più
o meno violenza i peccatori di Calabria.
Dei 188 sismi disastrosi e disastrosissimi registrati tra
il 1501 ed il 1929 in Italia, ben 26 hanno avuto come teatro
la Calabria. A questi che fecero "storia" per la
loro intensità sono da aggiungere una successione di
piccoli e medi terremoti che, pur risparmiando le persone
ma non le cose, hanno formato un continuum senza tregua nella
vita del Mezzogiorno intero. Infatti non poche volte i terremoti
che noi fissiamo in una data hanno costituito dei veri e propri
periodi sismici di varia intensità e durata.
Il terremoto calabrese del 1783 che fu forse il più
violento a colpire l'Italia negli ultimi due secoli tanto,
che la stessa catastrofe del 1908 di Reggio e di Messina non
ha potuto farlo dimenticare, fu caratterizzato da numerose
scosse telluriche durate circa tre anni. Tale fu l'entità
del sisma che, scrisse Colletta
…nulla restò delle antiche forme, le terre,
le città, le strade, i segni svanirono; così
che i cittadini andavano stupefatti come in regione peregrina
e deserta.
L'intero aspetto del territorio fu sconvolto nei tracciati
ed i sistemi di viabilità, nella topografia dei siti,
nelle strutture orografiche e nella sua struttura idraulica
tanto che in molte località si inaridirono antiche
fonti, ne sorsero di nuove, alcuni fiumi abbandonarono l'antico
letto, si produssero crepacci e talvolta succedeva che l'acqua
non da fenditure saltava fuori, ma da certe conche circolari,
che sul terreno si formavano e, dal centro delle medesime
piuttosto che da altre parti scaturiva.
Suolo avallato a figura quasi circolare nel distretto della
contrada detta la Giuseppina in Poliftina, e lago ivi prodotto
La compressione delle acque sotterranee provocò,
come scrive Colletta
…l'acqua o raccolta in bacini o fuggente mutare corso
e stato, i fiumi adunarsi a lago o distendersi a paludi,
o scomparendo sgorgare a fiumi nuovi tra nuovi borri, o
correre senza origini a inondare e isterilire fertilissimi
campi.
Un esempio di tale fenomeno fu l'abbassamento della valle
del fiume Mesima. Infatti, in tutta la pianura che circonda
la collina dove sorge Rosarno si produssero conche circolari,
approssimativamente della grandezza di una ruota di carrozza;
esse erano piene di sabbia o di acqua sino a 5-6 metri.
In alcuni punti fecero bruscamente irruzione dal suolo abbondanti
corsi d'acqua melmosa in altri, invece, comparvero dalla
terra
Aree colpite e Centri interamente distrutti dal sisma del
febbraio e del marzo 1783.
enormi zampilli che si alzavano sino a dodici e talvolta
venti metri. Le scosse telluriche provocarono gigantesche
frane che andarono ad ostruire il corso dei torrenti dando
origine a numerosissime formazioni di paludi; soltanto tra
Sinopoli e Seminara si formarono ben 52 tra laghi e stagni
e non farà meraviglia apprendere che nel periodo
sismico tra il 1783 ed il 1787 sorsero ben 215 laghi in
tutto il territorio interessato. Tale disordine idraulico,
unitamente a non idonee condizioni igieniche, favorì
una persistente epidemia di malaria che causò la
perdita di un numero maggiore di abitanti rispetto a quello
provocato dal terremoto.
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