ieri ho continuato a pensare al “piccolo” capolavoro che mi hai fatto
leggere e volevo ringraziarti perché mi hai regalato dei frammenti di
passato che ormai si erano offuscati o erano completamente scomparsi
dalla mia coscienza. Dei frammenti non inerti, ma che hanno preso
vita bruscamente e sono cresciuti veloci investendo gli altri pensieri e
scivolando lungo la schiena fino ad ingorgare gli occhi.

Mi ha fatto emozionare il modo con cui sei riuscito a descrivere la
tua vita, ma soprattutto la capacità di guardare al nostro cuore di
gente sempre sospesa tra il passato e il futuro con un presente che fatica
a prendere forma (abbiamo quello che volevamo, ma continuiamo a
desiderare di salvare quello che avevamo; con ostinazione).

A volte risulta difficile fare memoria di luoghi, persone e percorsi
che hanno segnato la nostra esistenza in maniera semplice e immediata
senza il distacco quasi eroico di chi “ci è riuscito” o il compassionevole
e melenso rimembrare del “loco natìo”.

Sicuramente hai il merito di avere dipinto degli squarci di vita reale in
cui ognuno di noi diventa attore, un po’ a cavalcioni tra il cavallo e il
treno, rivivendo colori, suoni e profumi della nostra terra.

Grazie di cuore

Pasquale