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Superando ogni aspettativa, Saverio La Ruina ha letteralmente stregato il pubblico giunto al Castello Normanno Svevo per assistere ad “Italianesi” , il secondo degli spettacoli in programma nel ricco cartellone del Magna Graecia Teatro Festival.
Sicuro in una location, scelta accuratamente tra le altre, che si è fatta essa stessa coautrice dell’opera, Saverio La Ruina, ha raccontato 40 anni di vita trascorsi da Tonino, il protagonista, in un campo di concentramento, mostrato attraverso gli occhi ora del bambino ora del ragazzo, ora dell’uomo.
Un racconto che, tra gioie e delusioni del vivere comune, ha permesso a Saverio La Ruina di utilizzare la sua dote artistica per raggiungere il pubblico, in una scena fatta da una sedia, nella quale lo stesso è apparso un gigante. Un insegnamento e una riflessione , che partono dal 1951 e che fanno comprendere come sono proprio gli eventi della vita che rendono attuali argomenti e che permettono, attraverso testimonianze ed esperienze, che occorre ritrovare il senso di appartenenza ed esser onorati e fieri nel sentirsi ed avere riconosciuta la nazionalità italiana. Uno spettacolo che merita attenzione e che ha trattenuto il pubblico sulla sedia fino all’atto finale, che però non ha contenuto gli applausi alla visione di quel tricolore, apparso dietro le spalle dell’attore, che nel magico contesto del Castello Normanno Svevo e per l’intero racconto che lo ha preceduto, hanno fatto sentire tutti i presenti fieri Italiani, senza distinzione ne discriminazione.
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