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di Franco Vallone
Non chiamatelo Vittorio, si chiama Victor Grasso ed è un simpatico personaggio di Briatico che da sempre ama imitare, con successo, tanti cantanti famosi.
Baffetti bianchi, grosso anello d’oro giallo americano al dito, maglietta della lontana squadra del cuore, quella d’Oltreoceano, Victor Grasso è nato in Argentina a Mataderos, Nueva Chicago, un barrio (quartiere) di Buenos Aires, nel ferragosto del 1937.
Padre calabrese di Briatico, emigrato a 17 anni, e madre argentina, figlia d’emigranti siciliani di fine ottocento. Una storia di emigrazione nell’Argentina degli anni trenta poi, nel 1970, la prima volta in Italia, il primo viaggio a Briatico, per recuperare memoria, per conoscere i luoghi dimenticati del padre, del nonno, degli avi e delle lontane origini.
Successivamente conosce la futura moglie, prima per fotografia, com’era l’uso del tempo tra persone lontane, è una prima cugina di Briatico che sposa e fa arrivare in Argentina, vivono nella bella provincia di Buenos Aires dove Victor inizia a lavorare con diverse e varie esperienze, dalla costruzione di “gocce” di vetro per i lampadari alla grande fabbrica di chiavi per le auto di tutte le marche e di tutto il mondo, dalla fabbrica di lampadari in bronzo fuso a quella di chiavistelli.
Ma sin dall’età di otto anni, molto prima di iniziare l’attività lavorativa, Victor canta per tanti anni nei cori locali dei dintorni di Nueva Chicago. Victor Grasso ama imitare la voce dei grandi della musica argentina, della canzone popolare, del cinema, in questo è “figlio d’arte”, un suo zio era un famoso imitatore in Argentina.
Tra i tanti, Victor imita il grande Carlos Gardel, Roberto Julio Sánchez detto Sandro de America, Hugo del Carril, il cantante folk Antonio Tormo, Albert Eclave, l’attore Johnny Weissmuller, il famoso Tarzan del cinema, e tanti altri. Grasso ama cantare da sempre, con passione e trasporto, perfette le sue imitazioni anche di alcuni cantanti italiani come Domenico Modugno, Peppino Di Capri, Nicola Di Bari, Mino Reitano, anche se nel suo cantare in italiano si sente sempre qualche traccia di spagnolo castigliano, la sua antica lingua di origine.
Ma torniamo alla storia di Grasso, la prima delle due figlie nasce in Argentina, la seconda a Tropea. Dopo qualche anno dal matrimonio la moglie di Victor non si trova più bene in Argentina, troppo nostalgica, troppo legata alla sua Calabria e alla sua Briatico. Alla fine degli anni settanta decidono di trasferirsi in Italia, Victor parte per un anno a Milano dove lavora in una fabbrica metallurgica, poi rientra a Briatico per stare vicino alla famiglia ed inizia a lavorare in una azienda di solai prefabbricati e, successivamente, in una di shopper, buste di plastica per alimenti, poi, infine, arriva il tempo della pensione.
Sono passati tanti anni, la vita di Victor continua oggi a Briatico e l’Argentina rimane sempre indelebile nel suo cuore, con la sua inconfondibile musica, con il suo folk e con il suo tango, con i suoi tanti cantanti da imitare ed adesso Victor Grasso sente un legame fortissimo con quel Carlitos Gardel che moriva nel 1935, due anni prima della sua nascita, un misterioso legame di voce così forte che, in alcuni momenti, lo fa sentire quasi reincarnazione di quel cantante mai conosciuto e morto carbonizzato a Medellin, in Colombia, in un incidente aereo avvenuto sulla pista dell’aeroporto durante un decollo.
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