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In merito all’importante vicenda relativa la Chiusura obbligatoria del Mercato coperto delle Clarisse, che ha interessato e coinvolti, l’Amministrazione Comunale, gli operatori e i coltivatori diretti, l’Assessore alle Attività Produttive Mario Di Fede, intende precisare quanto segue
< Partendo da un evidente stato di abbandono ed incuria in cui versavano le strutture adibite a mercati nella nostra città, ormai nota a tutti e, da anni, è necessario precisare che i lavori di ristrutturazione e messa a norma del mercato delle Clarisse rientrano in un progetto più ampio che riguarda il riordino dei mercati della città di Vibo Valentia.
E’ mia intenzione- ha precisato- chiarire che l’Amministrazione guidata dal Sindaco Nicola D’Agostino, si è fatta carico di porre fine allo stato di inidoneità di tali strutture.
Sono ormai mesi che stiamo lavorando per mettere ordine, sai da un punto di vista amministrativo che logistico, al fine di permettere il regolare svolgimento del mercato settimanale del sabato.
Si pensi che dalla data del mio insediamento, gli incassi della tassa di occupazione per il suolo pubblico, sono stati quadruplicati e stiamo riorganizzando le modalità di riscossione avvalendoci, tra gli altri strumenti, di un sistema informatico della gestione delle aree mercatali.
Ciò grazie all’opera di sensibilizzazione e controllo operato dal settore commercio sotto la dirigenza del dott Filippo Nesci che, con azione incessante e grazie anche alla collaborazione di alcune Associazioni di categoria (Confesercenti), ha permesso al mio Assessorato di raggiungere, con la condivisione dei commercianti, i risultati di incasso suddetti, ma non solo: si sta procedendo, infatti, ad incassare i crediti che negli anni pregressi all’Amministrazione D’agostino non sono stati riscossi.
Per ciò che riguarda la ristrutturazione del mercato delle Clarisse, bisogna prendere coscienza che operare fuori dalla legalità non è nello stile di questa Amministrazione Comunale, che rimane fermamente convinta che nessuna Amministrazione possa mai, o dovrebbe almeno, ritenere di operare in tal senso.
Il mercato delle Clarisse versa in condizioni di inidoneità sia dal punto di vista strutturale che per le condizioni igienico-sanitarie, pertanto la ristrutturazione è necessaria, ma sono certo che il sacrificio e il disagio che i commercianti stanno sopportando, si trasformerà in vantaggio futuro per loro e per i loro figli, in quanto gli interessati e i diretti coinvolti, da qui a qualche mese, potranno godere di una struttura idonea e sicura.
Per dovere di cronaca- ha precisato- tutte le iniziative intraprese sono state condivise dall’intera Amministrazione e inoltre sostenute dal mio partito, in ordine ai tempi e ai modi della ristrutturazione e dei luoghi ove far ubicare, giornalmente i coltivatori diretti.
Questi ultimi, nel numero di dodici circa, sono stati concordi con le loro associazioni di categoria (Confesercenti e Cisal), nell’affrontare, con l’amministrazione,il problema.
Nell’ultima riunione tenutasi in prefettura, lo stesso Prefetto ha inteso precisare a chiare note che il mercato va ristrutturato ,con le modalità e tecniche intraprese dall’Amministrazione D’Agostino, in quanto la struttura va messa in sicurezza, ripeto e ha ripetuto lo stesso Prefetto Di Bari, al fine di operare nella legalità.
Nella stessa riunione, intercorsa martedì u.s., gli stessi coltivatori hanno assolutamente precisato di non volersi spostare dalla zona adiacente il mercato, disposti a sopportare il sacrificio ed il disagio di esercitare il commercio fuori le porte del mercato nell’attesa di rientrare, a breve tempo, nel plesso oggetto di ristrutturazione. Successivamente gli stessi coltivatori diretti, una volta ristrutturata l’altra parte del mercato, vi potranno fare ritorno. E con le modalità di sempre.
Dispiace dover puntualizzare e chiarire ciò, con grande meraviglia, a chi è restio a comprendere procedure e normative e/o a chi è sordo o non vuol sentire.
Il Presidente della Confcommercio, Pino Rito, non ha ben chiaro, o non conosce, tutte le dinamiche del mercato vibonese, poiché non si è accorto che i coltivatori diretti, che erano stati spostati in piazza M. Morelli, sono quelli che si recano in città solo in occasione del mercato del sabato e non quelli che, ultimamente (solo dodici circa), si recavano giornalmente all’interno del mercato.
Lo stesso presidente della Confcommercio, si accorge solo oggi che i coltivatori diretti trovano collocazione per le strade della città, mi chiedo dove fosse negli anni passati, visto che la situazione del disordine del mercato vibonese vige, in questa città, da tempo e che solo adesso si stà ponendo ordine. Se non ricordo male, oltretutto, lo stesso Presidente ha in passato ricoperto cariche istituzionali e politiche, e pertanto ha contribuito allo sviluppo e al rilancio del commercio e delle attività produttive vibonesi, coni risultai che sono ad oggi evidenti.
Il presidente dell’associazione Confcommercio Pino Rito, che in tutti questi mesi è stato totalmente assente e poco interessato a questa vicenda, prima di salire in cattedra, farebbe bene a documentarsi E’ buona norma che, colui che rappresenta altre persone, debba parlare solo se a conoscenza-e con dovizia- i fatti, le procedure e le norme.
Associazionismo significa operare per l’interesse comune ed in tal senso è apprezzabile l’assistenza ai commercianti del mercato delle Clarisse ed ai coltivatori diretti, prestata dalla Confesercenti e dalla Cisal, che hanno compreso la problematica e la necessità di messa a norma del mercato delle Clarisse e, consapevolmente, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, stanno cooperando direttamente con l’assessorato che mi onoro di presiedere, al fine di trovare una definitiva soluzione del problema.
Davanti all’obbligo di ottemperare a determinate prescrizioni imposte dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, non è ammissibile che coloro che non sono edotti delle questioni normative si permettano di dare lezioni senza studiare e comprendere l’obbligatorietà delle norme.
Questa amministrazione sta lavorando per adeguare, o quanto meno rendere fruibili, le strutture che ha ereditato nella più assoluta inadeguatezza.
Non di meno ci si sottrare a tutelare e mettere in condizioni i coltivatori diretti di operare il commercio dignitosamente e nella legalità >.
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