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La dr.ssa Annamaria Albano ed il dr. Francesco Maria Russo, dirigenti rispettivamente del laboratorio bionaturalistico e del laboratorio chimico del Dipartimento provinciale di Catanzaro dell’Arpacal (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria), intervengono per puntualizzare alcuni elementi emersi da articoli apparsi questa mattina sui quotidiani calabresi in merito alla vicenda della potabilità dell’acqua distribuita nella rete idrica di Vibo Valentia.
“Le analisi effettuate dai nostri laboratori – dichiarano i due dirigenti Arpacal – evidenziano che la potabilità dell’acqua distribuita nella rete di Vibo è stata e continua ad essere compromessa da fattori legati alla linea di adduzione, e precisamente dall’impianto di potabilizzazione che usa le acque del Bacino del Lacina, compreso nei territori dei comuni di Brognaturo, San Sostene e Cardinale. I livelli di compromissione sono variabili, e sono sia chimici e sia batteriologici; chimicamente si rileva spesso la presenza di Ferro oltre i limiti normativi, Manganese a livelli vicini ai limiti normativi, ammoniaca. Batteriologicamente sono spesso presenti contaminazioni da Coliformi Totali, Escherichia Coli e Streptococchi Fecali”.
“La situazione – proseguono i dirigenti Arpacal – è purtroppo ben nota fin dal 2005-2006 e risiede in un “errore tecnico” durante la fase di riempimento del bacino, laddove è stata lasciata la vegetazione presente sul terreno semplicemente sommergendola. Inoltre, in un recente controllo, è stato verificato uno dei principali influenti del bacino, risultato inquinato da presumibili scarichi civili o da deiezioni animali”.
“La presunta contraddittorietà dei dati, commentata dall’ex assessore Greco – continuano i dirigenti Albano e Russo dell’Arpacal – è assolutamente da contestare; chiunque lavori in un laboratorio analitico che si occupa di matrici in continua evoluzione, sa che l’esito dipende dal momento del campionamento. Non è del tutto errato che il livello di clorazione è importante nel salvaguardare l’acqua potabile da inquinamenti di tipo batteriologico, ma di contro può poco di fronte ad inquinamenti di tipo chimico come quelli riscontrati. In più, l’ASP di Vibo Valentia, fin dal 16 agosto scorso, è costantemente sul territorio a monitorare la situazione e rifornisce continuamente i laboratori dei campioni necessari, prescritti dalla vigente normativa, al fine di salvaguardare la salute pubblica e i laboratori, da parte loro, rispondono negli stretti tempi tecnici”.
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