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In merito al caso denominato “Inchiesta acqua sporca”, il Sindaco Nicola D’Agostino intende precisare quanto segue.
<Ho sempre ritenuto, da avvocato, ancor prima che da Sindaco, che il destinatario di un’informazione di garanzia debba occuparsi con assoluta priorità di chiarire la propria posizione innanzi l’A.G., evitando inutili ed inopportune esternazioni.
L’indagine acqua sporca, però, non soltanto ha provocato grande clamore, ma ha anche generato una certa confusione nei cittadini, ai quali possono essere pervenute informazioni parziali. Da qui, la necessità di intervenire per chiarire non tanto la mia posizione, peraltro estremamente marginale, ma piuttosto alcuni aspetti della vicenda che forse, allo stato, non sono del tutto emersi per come dovuto e che di seguito elenco.
1) Va, innanzitutto chiarito, come il Comune di Vibo Valentia, così come tanti altri Comuni in rapporto contrattuale con la Sorical SPA, è certamente parte lesa per le tante inadempienze contrattuali contestate a detta società.
Il Comune di Vibo Valentia, pertanto, tutelerà i propri diritti, anche di natura economica, innanzi all’A.G. che riterrà di adire non appena gli uffici competenti saranno in grado di quantificare, anche approssimativamente, l’entità dei gravi danni subiti dal Comune.
A tal proposito è bene chiarire che vi è già un contenzioso giudiziario intrapreso dalla Sorical, innanzi al Tar della Calabria, contro il Comune di Vibo Valentia, per l’annullamento dell’ordinanza di divieto dell’utilizzo dell’acqua, mentre il Comune, ad oggi, non ha ancora attivato alcuna iniziativa giudiziaria, proprio perché era ed è in attesa di acquisire copia di tutti gli atti relativi al procedimento penale in corso sui quali meglio fondare le proprie giuste pretese (o meglio è proprio sulla scorta della copiosa documentazione richiamata dal decreto di sequestro, che ha ricostruito in modo puntuale e completo l’intera vicenda, che è oggi possibile ipotizzare un’azione di risarcimento danni che abbia concrete chances di successo)
2) Il sequestro ordinato dal P.M. è certamente finalizzato a “porre in essere tutte quelle attività indispensabili per ripristinare la funzionalità dell’intero sistema ed evitare i danni paventati, assicurando nel contempo le forniture ai singoli utenti……. Dovrà procedere ad adeguare gradualmente il sistema come da previsioni normative”. Sul punto è opportuno ricordare che l’Alaco serve diversi Comuni della Provincia di Vibo Valentia , di Reggio Calabria e di Catanzaro. Ben venga quindi qualsiasi proposta di fornitura alternativa sulla quale eventualmente aprire una discussione ed un confronto , tenendo però anche conto degli sforzi che ora tutte le autorità competenti dovranno fare per rendere funzionale un sistema di erogazione più moderno e certamente più utile per i tanti Comuni interessati , per come in tal senso previsto dal decreto di sequestro.
3) In ordine alla riduzione del canone acqua sono certamente legittime le censure, così come tutte le altre critiche rivolte nei confronti dell’Amministrazione comunale da me guidata, anche perché quasi sempre svolte nell’ambito di un corretto confronto politico.
Sotto tale ottica certamente si sono mossi molti movimenti civici e partiti di opposizione, oltre che alcuni sindacati maggiormente rappresentativi sul piano nazionale.
E’ invece del tutto inaccetabile che la Cisal chieda le mie dimissioni , unitamente a quelle del resto della Giunta, visto che l’avvio del procedimento giudiziario dimostrerebbe “l’inaffidabilità della classe politica che governa il palazzo di città”. La richiesta di dimissioni, peraltro già precedentemente invocata, la dice lunga sulle reali motivazioni poste a fondamento della stessa, che appare per alcuni versi del tutto incomprensibile e per altri fin troppo facilmente intuibili. A tal proposito, se non ricordo male, il segretario nazionale Cisal, è anche Sindaco di Dinami, Comune che sembrerebbe utilizzare acque della Sorical provenienti dal bacino dell’Alaco e, non mi risulta, che in quel Comune siano state intraprese particolari iniziative al fine di porre rimedio ad un sistema rivelatosi generalmente inidoneo.
4) Per quanto concerne, in ultimo, la mia posizione, va ribadito come non tutti gli indagati siano indistintamente accusati dei vari reati ipotizzati dal P.M. (avvelenamento di acqua, truffa, falso, omissione e abuso in atti di ufficio) , ma che sono personalmente accusato di un’ipotesi di reato contravvenzionale condotta in ordine alla quale ritengo di poter chiarire la correttezza del mio operato in sede di interrogatorio, già fissato per il 30 maggio p.v.
Va anche chiarito, che la contestazione nei miei confronti non riguarda per nulla la gestione della rete idrica. L’ipotesi di reato ,infatti, relativamente all’erogazione dell’acqua, si è focalizzata sull’invaso, sulle fonti di captazione e sui serbatoi, che, è bene ricordarlo, sono problemi di tutti i Comuni serviti dalla Sorical >.
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