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Sono stati salvati venticinque posti di lavoro per i lavoratori della Fersav srl di Vibo Valentia.
Una sinergia istituzionale e sindacale unica, forse storica. La minaccia della disoccupazione è stata definitivamente scongiurata. Ci tengono a farlo sapere i lavoratori della “Fersav srl” di Vibo Valentia che – a seguito dell’accordo siglato nel mese di settembre 2013 con la Regione Calabria, la società “Fdc srl”, i liquidatori della “Fersav”, il consorzio “Cometra” e con il segreterio regionale della Fit Cisl Tonino Procopio – sono stati assorbiti dalle Ferrovie della Calabria.
Alla luce del successo attraverso il quale è stato garantito loro un futuro occupazionale roseo, i dipendenti in questione intendono esprimere «uno speciale ringraziamento indirizzato a tutte le forze politiche e sindacali che hanno operato al fine di salvare il posto di lavoro di ben 25 persone».
Si tratta dei dipendenti dapprima appartenenti al Cento automobilistico di Vibo Valentia e Tropea, la “Fersav” appunto, azienda che aveva paventato la possibilità di ridurre drasticamente personale ed orari di lavoro in funzione di una cessione aziendale in favore di vettori privati.
«Con l’accordo siglato – racconta per tutti Roberto Ferrara – ci è stata data una seconda occasione. Oggi, abbiamo ancora il nostro posto di lavoro. Ma se così è il merito va riconosciuto all’assessore ai Trasporti Luigi Fedele, al consigliere regionale Alfonso Grillo, al segretario provinciale della Cisl Sergio Pititto, ai sindaci Franco Barbalace e Franco Galati, oltre che al presidente delle Ferrovie della Calabria e al direttore generale (rispettivamente Giuseppe Pedà e Giuseppe Lo Feudo). Grazie, a chi ha avuto a cuore la nostra storia e il nostro futuro».
Il consigliere Grillo, dal canto suo, plaude alla sinergia operativa che ha condotto al risultato. «Spero – il commento – che la comunione d’intenti, tesa alla salvaguardia dei posti di lavoro, registrata nel corso di questa trattativa, sia da esempio per il futuro di tanti altri lavoratori cui è messo a rischio il diritto sacrosanto al lavoro».
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