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Don Pasquale Barone, parroco di Paravati, canonico della chiesa cattedrale di Mileto e presidente della Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, in occasione del suo 50° anniversario di Sacerdozio (1963-2013), ha voluto offrire alla comunità ecclesiale una sua testimonianza, raccolta in un elegante volume edito dall’Adhoc, frutto maturo di un percorso sacerdotale nel quale la Provvidenza ha posto un incontro diventato, in certo modo, determinante per un rinnovato apostolato e spirito di servizio
Linguaggio semplice ed essenziale, erudito ed efficace il suo. Riflessioni ed esperienze che si sono andate sviluppando negli anni del suo servizio pastorale a Paravati dal 1980, diverse già pubblicate su periodici locali, ora ragionevolmente ricomposte in quattro parti, come quattro cesti carichi di gustosi frutti: il suo curriculum vitae, memorie storiche di Paravati, l’incontro-scontro personale col mistero di Natuzza Evolo (1924-2009), la disponibilità di servire “questa volontà divina”.
L’autore parte dalla storia personale per una autocomprensione e parte dalla storia della comunità per entrare in una vicenda “mistica”, che dà occhi nuovi per osservare la storia. Così, come in una sequenza fotografica, ecco gli anni della seconda guerra mondiale, la formazione umana che derivava dal focolare e dalla vita agricola. Riconosce che l’affetto per Paravati nasce, in fondo, fin dalla fanciullezza, trascorsa a Piana delle Querce, che si estende tra la sua natia San Calogero e la periferia di Paravati. Il suo cammino verso il Sacerdozio parte da Tropea: nel 1950 respira la stessa aria di don Mottola, per un anno nel seminario di quel vescovato. Quindi nel seminario diocesano di Mileto e in quello pontificio di Reggio Calabria per il liceo e la teologia.
Ordinato sacerdote il 29 giugno 1963 a Mileto, inizia il ministero parrocchiale mentre a Roma si celebra il Concilio Vaticano II. È tempo di rinnovamento, d’aggiornamento, di spinta per una rievangelizzazione della società. Questa aria nuova soffia propizia, tramite don Pasquale, anche nelle contrade di Comparni e San Giovanni di Mileto, le comunità a lui affidate per sedici anni. «Sono stati- scrive- anni di lunghe letture, profonde riflessioni e osservazione attenta della realtà sociale» (p. 20).
Chiamato ed ordinato per essere ministro del Mistero di Dio, il suo itinerario sacerdotale è stato segnato dall’incontro con un mysterion che, a suo modo, in un angolo di terra, nella vita di una creatura, in una misura di tempo, proclama la permanente attualità della Pasqua del Signore. Si tratta di Natuzza Evolo, verso la quale nei primi sei anni si pone con atteggiamento di rispetto, ma pure con una distanza “scettica”. Destinato nel 1980 dal vescovo Domenico Cortese ad essere parroco di Paravati, il suo programma pastorale “camminare insieme”, non poteva escludere questa umana presenza, attraverso cui il mistero di Dio lo interpellava più radicalmente, per una rinnovata tensione profetica e pastorale.
«Con tutta sincerità – leggiamo- devo ammettere che nei confronti di questa donna di famiglia, favorita da Dio, ero già segnato da forti pregiudizi, con una risolutezza quanto meno ingiustificata: tra me e Natuzza Evolo non ci doveva essere alcun contatto» (p. 83). Poi la conoscenza spirituale di questa donna lo porterà a dichiarare con convinzione: «In realtà Natuzza è una mistica che non viene dal convento, ma da una esperienza forte di famiglia, dal mondo dei problemi di una chiesa domestica, perché ha messo il Crocifisso al centro della sua vita e sta facendo una concreta esperienza di Dio. Dunque, una aristocratica dello spirito» (p. 92). Una donna semplice, analfabeta, povera, che ama e obbedisce alla Chiesa, che serve la famiglia, che accoglie tanti fratelli e sorelle sofferenti, che è portatrice di segni e messaggi i quali, indubbiamente, provocano e interpellano ragione e fede, scienza e coscienza, col coraggio del confronto, l’umiltà dell’ascolto, la saggezza del discernimento, certi che il Vangelo non richiede ai credenti la “maturità”, ma la “santità”.
Scorrendo le pagine scritte con tanta passione da don Pasquale, soprattutto quelle nelle quali emerge il dovere del suo carisma legato all’ufficio sacerdotale e l’imprevedibile libertà dello Spirito che dona carismi quando, come e dove vuole, ho ripreso una significativa riflessione del teologo Karl Rahner, che ha oggi, nella vicenda di Natuzza, una straordinaria conferma: «L’autenticità di un carisma, che è una missione da svolgersi verso la Chiesa ed in essa, non a partire da essa, si rivela nel fatto che chi è così mandato sopporta umilmente e con pazienza tale inevitabilità del dolore legato al proprio complesso di doni carismatici, non edifica alcuna chiesuola allo scopo di avere più facile la vita, non si lascia amareggiare ma sa che è il Signore a creare nella sua Chiesa la forza e la contraddizione, il vino dell’entusiasmo e l’acqua della sobrietà, mentre non ha dato a nessuno dei suoi servi il compito di rappresentarlo da solo» (L’elemento dinamico nella Chiesa, Morcelliana, Brescia 1970, p. 73).
Dai frutti riconoscerete l’albero: il ministero parrocchiale di don Pasquale a Paravati ha visto, promosso e seguito lo sviluppo del carisma e dell’opera di mamma Natuzza. A lui si è affiancato, con tanto zelo e intelligente dedizione, don Michele Cordiano che ha amabilmente curato pure l’edizione di questo volume. L’autore ricorda: l’apostolato che stanno svolgendo i Cenacoli di Preghiera in Italia e all’estero: «contemplativi nell’azione e attivi nella contemplazione in maniera esemplare« (p. 214); l’Associazione di Volontariato; il costruendo Santuario; il Centro Anziani , opere tutte sotto il titolo Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, come la Madonna stessa chiese a Natuzza.
Il libro ha certamente valore di documento per la nutrita raccolta di testimonianze e considerazioni scritte da un’ autorevole penna su Natuzza Evolo. L’opera sarà utile non solo ai fedeli e ai lettori interessati, ma certamente pure per l’avvio del complesso procedimento in vista del riconoscimento canonico della santità di Natuzza, degna di essere additata e onorata come modello di virtù evangeliche.
Don Pasquale Barone ha voluto manifestare la sua gioia di essere sacerdote, servitore della Chiesa, “testimone di un mistero”, anche con la pubblicazione di questo volume, e dobbiamo essergli veramente grati per tanto dono. Cinquanta anni fa nella immaginetta ricordo della sua Ordinazione fece stampare questi versetti del salmo 23: « Chi salirà il monte del Signore? / Chi starà nel suo luogo santo? / Chi ha mani innocenti e cuore puro». Dopo mezzo secolo di ministero presbiterale, queste domande e questa divina risposta hanno un suono di memorie, cariche di volti, di eventi, di parole e di silenzi. Torna il fascino di quella innocenza e purezza di cuore, che diventa la giovanile letizia che ogni giorno muove i passi del sacerdote verso l’altare. Torna nel cuore grato di don Pasquale l’incontro fascinoso e risolutivo con quell’anima mistica, dalle mani innocenti e dal cuore puro, mamma Natuzza, che ha rinnovato di entusiasmo apostolico i suoi passi sacerdotali verso il Monte del Signore e la gioia santa di collaborare con lei per la realizzazione di un “luogo santo”, in un angolo di questa terra, riflesso del Cielo, preludio di gioia eterna.
Filippo Ramondino
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