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SCOMPENSO CARDIACO ACUTO: UN TREND IN CONTINUA ASCESA CHE SOLO IN CALABRIA COLPISCE CIRCA 7 MILA PERSONE OGNI ANNO
È una sindrome invalidante, potenzialmente letale, che colpisce quasi 200 mila persone in Italia ogni anno. Dalla ricerca, nuove speranze di trattamento per la riduzione dei sintomi e della mortalità.
Improvvisa sensazione di annegamento, rapido aumento di peso dovuto all’accumulo di liquidi in tutto il corpo, battito cardiaco irregolare: sono questi i sintomi più frequenti dello scompenso cardiaco acuto. Sindrome invalidante, per la quale il cuore perde progressivamente la capacità di pompare in modo adeguato il sangue nell’organismo e che può avere conseguenze letali.
Dei pazienti colpiti, il 3-4 % non sopravvive al primo episodio, il 20-30% muore nell’arco di un anno, il 70% entro 5 anni . Lo scompenso cardiaco acuto è ancora più aggressivo di alcuni tumori avanzati, infatti, considerando la finestra temporale di 5 anni, ha un tasso di mortalità doppio rispetto alla mortalità dovuta al tumore al seno (35%) ed è superiore a quella causata dal tumore all’intestino
(65%)1-2.
Un fenomeno in crescita – si tratta della più comune causa di ospedalizzazione per i pazienti con più di 65 anni – che in Italia registra quasi 200 mila casi ogni anno, di cui 7 mila solo in Calabria. Oggi, finalmente, dalla ricerca arrivano nuove speranze di cura.
Studio su scompenso cardiaco acuto
“Lo scompenso cardiaco acuto è una patologia diffusa anche nella città di Vibo Valentia con 232 ricoveri all’anno. Nel nostro reparto di Medicina d’Urgenza dell’ospedale, il 12% degli accessi è per questa patologia” – spiega Vincenzo Natale, direttore della Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso dell’ospedale di Vibo Valentia e presidente della Società Italiana di Medicina d’Emergenza Urgenza (SIMEU)– “E i numeri sono in continua crescita: sia a causa del maggior numero di persone con patologie cardiache che sottendono allo scompenso cardiaco, sia a causa dell’invecchiamento della popolazione“.
Oltre all’infarto, le più comuni cause che possono condurre a un episodio di scompenso acuto sono aritmia, ipertensione, danno permanente alle valvole cardiache, aterosclerosi, eccesso di alcol. I numeri confermano che si tratta di una patologia che non va sottovalutata. Oltre a un forte impatto sulla qualità della vita del paziente anche gli sforzi economici a carico della famiglia e del Servizio Sanitario Nazionale non sono affatto indifferenti, se si considera che questi ultimi sono la seconda voce di costo per ricoveri dopo quelli per le gravidanze.
Nonostante la crescente incidenza degli ultimi anni dello scompenso cardiaco acuto, le modalità di trattamento sono rimaste invariate. “Quando il paziente arriva al pronto soccorso in preda a un attacco – spiega Natale –“ il protocollo, condiviso con gli specialisti cardiologi ed internisti, consiste nel ridurre la dispnea e la congestione del corpo, attraverso la somministrazione di ossigeno e diuretici. Di fatto, negli ultimi anni non c’è stata grande evoluzione in termini farmacologici”.
La ricerca tuttavia continua a lavorare per ridurre i sintomi, proteggere gli organi e abbattere le riospedalizzazioni e la mortalità. “L’assenza di novità terapeutiche nel trattamento dello scompenso cardiaco ci fa guardare con interesse a una nuova molecola, serelaxina, che sarà oggetto di studio anche nel nostro ospedale per valutare la sua capacità nella gestione della patologia” – conclude Natale.
PREVENZIONE
Accanto alle terapie farmacologiche, per fermare la crescente incidenza dello scompenso cardiaco acuto, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione, un ruolo importante è giocato dalla prevenzione. “Il medico d’urgenza oggi ha anche il compito di agire sul fronte della prevenzione primaria, educando i soggetti a uno stile di vita sano, in modo da evitare la comparsa di patologie che sottendono allo scompenso cardiaco.” – spiega Natale – “Per il soggetto che invece ha già avuto un episodio di scompenso cardiaco è molto importante agire sul lato della prevenzione secondaria. Su questo percorso si pone un’attività di alto profilo assistenziale – fra le prime in Italia – creata dall’U.O. di Cardiologia di Vibo Valentia diretta dal Dott. Michele Comito che ha attivato un protocollo informatico di gestione dei pazienti con scompenso, che vengono controllati sia telematicamente che in ambulatorio”.
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