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La chiusura della Prefettura di Vibo Valentia è stata inserita all’interno di un processo di spending review, vale a dire di revisione della spesa pubblica, la quale dovrebbe essere quel processo diretto a migliorare l’efficienza e l’efficacia della macchina pubblica nella gestione delle risorse economiche, attraverso la sistematica analisi e valutazione delle strutture organizzative, delle procedure di decisione e attuazione, dei singoli atti all’interno dei programmi, dei risultati. “Gli obiettivi di questa revisione dovrebbero essere la modernizzazione dei processi, il contenimento dei costi e in ultima analisi il miglioramento della qualità dei servizi pubblici offerti ai cittadini e alle imprese. Da questo punto di vista è davvero difficile capire come la chiusura dell’Ufficio Territoriale del Governo di Vibo Valentia possa rispondere a questa logica”. Mario Romano esprime con grande chiarezza i dubbi e le preoccupazioni del settore imprenditoriale sull’annunciata “riorganizzazione” della Prefettura del capoluogo calabrese.
Specialmente negli ultimi due anni, la Prefettura e il Prefetto hanno supplito con successo ad un vuoto istituzionale, amministrativo e finanche politico senza paragoni in Italia. L’assenza dello Stato è stata mitigata da una Prefettura dinamica, attenta ai bisogni delle varie anime del tessuto sociale e vicina alle comunità locali. Un punto di riferimento istituzionale forte per gli imprenditori e le aziende, con una funzione strategica a tutti i livelli. “Chi come me vive e fa impresa qui sa esattamente quanti e quali problemi gli imprenditori debbano affrontare quotidianamente per lavorare. La “malaburocrazia” presente nelle amministrazioni e negli enti, è il primo e vero male di questo territorio. Dietro le quinte degli enti pubblici esistono dei tecnicismi che innescano spesso ostruzionismi e impasse burocratiche nei confronti di cittadini e imprese, creando blocchi produttivi e danni enormi a livello economico, operativo e di immagine. Diventa così difficilissimo per un’impresa fare innovazione in un momento in cui bisogna competere ormai con i mercati globalizzati”.
Anche l’ipotesi circolante nelle ultime ore di mantenere l’Ufficio ma senza il Prefetto, solleva molti dubbi: “In un’azienda equivarrebbe a lasciare i macchinari e i dipendenti ed eliminare l’imprenditore; come può una impresa funzionare bene senza il suo imprenditore? É chiaro che la presenza di una figura autorevole che rappresenta lo Stato e che “vive” il territorio come il Prefetto è di forte tutela e un punto di riferimento irrinunciabile. Per questo non riesco a immaginare il mio territorio senza la Prefettura e il Prefetto. Abolirli significherebbe sprofondare la provincia indietro di ventitre anni, sarebbe un danno enorme a chi fa impresa. Se lo Stato arretrasse diventerebbe più difficile investire sul territorio. La provincia di Vibo Valentia è una parte d’Italia già delicata e complessa di per sé, già piena di problemi. Si potrebbe almeno evitare di crearne un altro”.
In un’ottica di revisione della spesa, sostiene il Presidente degli Imprenditori del Mezzogiorno, “l’idea vincente è invece quella di potenziare la presenza dello Stato sul territorio in modo intelligente, iniettando innovazione, meritocrazia, trasparenza e semplificazione, aumentare efficienza ed efficacia delle risorse rafforzando gli uffici che funzionano e migliorando gli altri. Questo garantirebbe un miglioramento delle prestazioni dell’intero sistema locale e aiuterebbe la ripresa economica e sociale del territorio”. Allora si che si potrebbe parlare di spending review.
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