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Lui si chiama Giulio Vallone, classe 1955, medico di famiglia a Vibo Valentia, originario di Parghelia dove suo padre svolgeva la stessa professione medica. Giulio Vallone da cinquanta anni coltiva la passione del ferromodellismo. Un ferromodellismo colto e maturo, realistico all’inverosimile nei più minimi particolari, al millimetro e in scala H0 1:87. In tutti questi anni Giulio Vallone ha collezionato un centinaio di modellini tra treni, motrici, vagoni e carri merci ed ha realizzato numerosi plastici molto realistici, ma la cosa più interessante è che la sua passione, pian piano, si è trasformata, si è ampliata su tutto il mondo della ferrovia, quello reale.
Libri specialistici e testi d’epoca, treni, stazioni, percorsi di strada ferrata, ponti e gallerie, line aeree, cremagliere, pantografi, scartamento ridotto, ferrovie minori, scambi e traverse… non ci sono più segreti, quello che prima era un semplice hobby con i trenini elettrici oggi è divenuto un vero e proprio studio della storia e della realtà ferroviaria. In particolare la sua osservazione, negli anni, si è soffermata sul tratto ferroviario della linea litoranea Via Tropea, la strada ferrata tra le stazioni di Eccellente e Rosarno. Giulio Vallone ricorda ancora la sua permanenza adolescenziale a Parghelia, quando il passaggio del treno si avvertiva distintamente da casa sua, con i tipici rumori di fischi, frenata, partenza, sportelli di carrozze che si chiudevano pesantemente.
Lui si recava spesso in stazione dove rimaneva affascinato da quel mondo, dai marchingegni che l’addetto agli scambi utilizzava, dal potere forte del fischietto, berretto e paletta del capostazione, dagli odori forti e pungenti dell’olio di catrame di carbon fossile che le traverse di legno dei binari emanavano. Molte volte con l’attivazione della campanella attendeva pazientemente i treni in arrivo seguendo lo svolgersi delle operazioni di discesa e salita dei passeggeri, delle manovre del capotreno che scendeva e poi risaliva con il treno già in corsa dopo essersi assicurato della chiusura di tutte le porte. Poi, dopo la partenza del treno, Giulio Vallone continuava la sua escursione nell’universo stazione, tra il binario morto, gli scambi a mano, il casello, le segnaletiche luminose e colorate tutte da decifrare, il fascino dei treni assorbito completamente.
Oggi molti elementi di quell’epoca sono spariti, molte stazioni appaiono abbandonate, i caselli ferroviari venduti a privati, gli annunci all’altoparlante sostituiti da voci sintetiche e digitalizzate al computer, le biglietterie sono state sostituite da distributori automatici di ticket, tutto è diverso. La perdita di umanità, di memoria e di identità territoriale delle stazioni ferroviarie è oggi fin troppo evidente. Le stazioni della Via Tropea una volta erano veri e propri giardini sul mare, ricchi di fiori e di alberi, tanta acqua nelle fontane e nelle vasche dei pesci.
Giulio Vallone oggi è stato chiamato al Tavolo tecnico provinciale sulla Metropolitana leggera ed è uno dei cinque componenti del GFVT (Gruppo Ferramatori Via Tropea), assieme a Mario Giuliani, Antonio Vallone, Massimo Giuliani e Salvatore Barbuto hanno realizzato un grande e realistico plastico modulare della stazione di Briatico che si sviluppa per una lunghezza totale di quasi cinque metri ed è ambientato nei primissimi anni ’80. La stazione aveva il caratteristico servizio di carico del pietrisco che veniva effettuato fino a pochi anni fa e per il quale vi erano assegnati specifici carri tramoggia con la classica dicitura “Residenza Briatico”.
Il plastico è in questi giorni ancora in fase di completamento e rifinitura ma già, fin da ora, si può dire che è un vero e proprio capolavoro realistico e, a guardarlo bene dall’alto, sembra ancora di vedere l’austero capostazione titolare, Tommaso Calemme e tutti gli altri capistazione, Ilario Palmieri, Giovanni De Luca, Michele Pàstina, il casellante Vito Ventrice, il manovale Nunziato Furchì…
Franco Vallone
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