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di Nino Marcianò
<<Più di 20 anni per crescere, meno di 20 minuti per morire>>. Monta lo sfogo da parte di un nostro lettore che ci ha segnalato un episodio increscioso, la morte di molte testudo hermanni, meglio note come “Tartaruga di terra”.
Questa mattina nei pressi di Pizzo Calabro (VV), durante un escursione fotografica, siamo stati attirati da una sinistra puzza di decomposizione in una radura adiacente al mare e ci siamo così ritrovati di fronte ad uno spettacolo degno di un film di Romero. Decine di tartatughe morte carbonizzate in una striscia di terra di neanche un km. Animali famosi per la loro longevità, che sono sopravvissuti per decenni a tutte le condizioni climatiche, ma che nulla hanno potuto di fronte alla crudeltà umana che le ha condannate alla piu’ atroce delle morti. Molte delle quali erano femmine adulte di piu’ di 20 anni di vita e trovandoci nel pieno del periodo delle schiuse, facendo qualche calcolo su deposizioni medie, il numero dei decessi potrebbe essere superiore alle 100 unità, considerando anche i piccoli morti sottoterra per ipertermia prima ancora avessero potuto ammirare la luce del sole. Un danno irreparabile che si ripete per il terzo anno di seguito, in una terra dove ancora oggi nel 2013 i pastori regnano sovrani e gli incendi per favorire la ricrescita di nuove sterpaglie da far brucare alle pecore sono all’ordine del giorno.
<<Concludiamo augurandoci di non dover assistere mai più a simili spettacoli e invitiamo la cittadinanza a rompere il muro di ignavia e di omertà collaborando con le forze dell’ordine per segnalare incendi e denunciare piromani>>.
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