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La resistenza non è solo un momento storico del nostro paese e della nostra cultura, non è una guerriglia tra uomini con idee diverse risolta con la sopraffazione dei buoni sui cattivi, LA RESISTENZA è un valore che appartiene a tutti gli italiani.
È uno stato di appartenenza che ha modificato lo stato di cose di una popolazione e che ha permesso la riacquisizione di tutti quei diritti fondamentali che sono stati sopraffatti dal ventennio fascista; è come se in quel momento TUTTI gli italiani fossero rinati, ponendo le basi della democrazia repubblicana che oggi abbiamo nel nostro paese.
È stato un punto di partenza che ha aperto le porte all’Italia sul mondo moderno e democratico ponendola libera dallo stato di oppressione di una dittatura e da una fantomatica monarchia. Alla resistenza dobbiamo la libertà di espressione, la libertà di parola, la libertà di poter svolgere ul lavoro che meglio ci permette di esprimerci, proprio il lavoro, il diritto sul quale si fonda la nostra costituzione.
Questo valore (la resistenza) che si è acquisito, troppe volte viene messo da parte, accantonata e vista in un ottica che la pone come appartenente ad una sola parte politica, ma cosi non è; perche alla resistenza hanno partecipato uomini di tutte le parti democratiche del tempo, comunisti, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani e liberi cittadini. Questo valore oggi va rivalutato m soprattutto non possiamo dimenticarlo. Non possiamo cancellare quel momento storico, non possiamo accantonarlo per mere opportunità economiche e personali.
Cosi succede che nel nostro comune un libero commerciante, che deve la sua libertà come tutti noi proprio a quel valore, chiede ed ottiene una autorizzazione a poter costruire, legittimamente e seguendo tutti gli obblighi di legge, un gazebo in legno; questa autorizzazione viene concessa in modo libero trasparente e democratico, proprio di uno stato di diritto e non di una dittatura, dall’ufficio Urbanistica del nostro comune. Sicuramente saranno stati presi tutti gli accorgimenti di legge per questa concessione, e non vogliamo mettere in dubbio i termini legali dell’autorizzazione richiesta dal commerciante e concessa dal comune.
Ma una cosa la vogliamo chiedere ai nostri amministratori, ai capigruppo in consiglio comunale del Pdl ( Mario Mazzeo), dell’UDC ( Tonino Daffinà), del PD ( Michele Soriano) e di Sinistra per Vibo ( Stefano Luciano). Ai capigruppo consiliari che siedono negli scranni del civico consesso del comune di Vibo Valentia, affinché, per non dimenticare la resistenza, per non dimenticare la morte di uomini e donne, per non dimenticare il coraggio di chi si è difeso per consegnarci oggi uno stato di diritto che permette anche a VOI di sedere ed occupare democraticamente quegli scranni.
A voi capigruppo chiediamo di attrezzarvi e trovare i modi affinché, in accordo con le parti interessate, quel gazebo venga rimosso, e si possa così ammirare, guardare e ricordare SAVERIO PAPANDREA, leggendo la lapide che lo ricorda come uno di quegli uomini di animo nobile e coraggioso, morto alla giovanissima età di 23 anni a Torino, per affermare il diritto di libertà intrinseco della natura umana. Noi cittadini vibonesi non possiamo mettere da parte la nostra memoria, coprendola con un gazebo in legno.
Chiediamo ai nostri amministratori, nelle persone dei capigruppo consiliari, anche alla luce delle limitazioni che la politica ha avuto in seguito alla modifica introdotte dal DL 267 del 2000, rispetto alla pianificazione territoriale; anche alla luce di tutto ciò la politica non può delegare agli uffici tecnici, giustificandosi come se fosse una cosa che non gli appartiene ma deve prendersi la responsabilità di fronte alla storia per ridare lustro e visibilità alla lapide di SAVERIO PAPANDREA. NON CANCELLATE LA STORIA!!!
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