Questo post é stato letto 53290 volte!
Come noto i Carabinieri, unitamente a personale della società Enel SpA di Vibo Valentia, hanno effettuato a cavallo tra il 2013 ed il 2014 una campagna mirata a verificare il corretto funzionamento dei contatori Enel.
In quel contesto è stato accertato che attività commerciali e persone fisiche perpetravano furti di energia elettrica, anche ingenti, nei locali adibiti a sede dell’impresa o abitazioni private, tramite l’alterazione e/o manomissione del misuratore installato, essendosi concretizzato il reato di furto di energia elettrica, previsto e punito dall’art. 624, comma 2 e art. 625, nr. 2 del Codice Penale.
In virtù dell’accordo di collaborazione tra Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza e Procura della Repubblica di Vibo Valentia (circolare Agenzia delle Entrate nr. 32/E del 03.08.2012), nel marzo 2014, la Compagnia della Guardia di Finanza, successivamente all’acquisizione dei fascicoli processuali autorizzata dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia, Dott. Cons. Mario Spagnuolo ha proceduto, dopo preliminari indagini, a contestare proventi illeciti scaturenti da fattispecie penali nei confronti delle persone indagate nell’ambito dei procedimenti di cui sopra rilevando fattispecie fiscali e tributarie, ai sensi dell’art. 14, comma 4°, della Legge 24.12.1993, nr. 537 (TASSAZIONE DEI PROVENTI ILLECITI), laddove stabilisce che nelle categorie di reddito di cui all’art. 6, comma 1°, del D.P.R. 22 dicembre 1986, nr. 917 (TUIR), devono intendersi ricompresi, se in esse classificabili, i proventi derivanti da atti o da fatti qualificabili come illecito civile, penale o amministrativo.
L’obiettivo di questa attività è stato quello di perseguire quei soggetti economici che, attraverso il furto di energia elettrica, hanno potuto usufruire fraudolentemente di minori costi per l’attività a scapito degli altri competitors del
medesimo settore economico che non hanno quindi potuto agire in regime di libera concorrenza.
Pertanto, previa formale richiesta, le società di distribuzione di energia elettrica, comunicavano sia il periodo nel quale si era perpetrato il furto che i Kwh e la quantificazione finanziaria del reato, trasmettendo alle Fiamme Gialle le fatture emesse.
Sulla scorta dei dati e degli elementi acquisiti sia dal punto di vista penale che amministrativo-finanziario, nell’ambito dell’operazione denominata “TESLA”, sono stati eseguiti 15 interventi fiscali nei confronti di imprese, con la scoperta di alcuni evasori totali.
Questo post é stato letto 53290 volte!