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Davvero una bella iniziativa culturale quella organizzata nella piccola e suggestiva frazione Fitili di Parghelia il 27 agosto scorso. La prima edizione delle “Olimpiadi dei giochi popolari”, un evento di fine estate di quelli che lasciano il segno nella memoria tra tante altre mille iniziative paesane che lasciano il tempo che trovano.
Dopo la fase della ricerca, della documentazione e dell’acquisizione dei dati, l’organizzazione dell’evento ha svolto attività di divulgazione e di pubblicizzazione di quanto acquisito per poi approdare al momento della riproposizione, sul campo e dal vivo, dell’oggetto della ricerca, nel caso specifico la riproposizione dei Giochi di ieri.
La serata con i giochi popolari tradizionali, riproposti in piazza e per le strade di Fitili, è stata organizzata dal Circolo San Gerardo, presieduto dall’artista Franco Cuturello, con la collaborazione del Comune di Parghelia e, in particolare, con il sostegno del consigliere di maggioranza con delega allo sport, Vitantonio Ceravolo.
Presenti all’iniziativa, tra gli altri, l’assessore comunale alla cultura, Anna Sambiase, il sindaco di Parghelia, il glottologo romano ma pargheliese di origine, Michele De Luca, l’avvocato e scrittore Saverio Ciccarelli, paesani, emigrati, turisti e tanti cultori delle tradizioni popolari. I giochi si sono svolti nella piccola frazione di Parghelia che ha visto adulti e bambini coinvolti in tanti giochi tradizionali, dal “parrocciulu”, la trottola di legno fatta girare vorticosamente sul selciato attraverso lanci con l’ausilio di una corda, al “roju”, dalla “campana” al “surici”, a “carte 500” e infine all’appassionante tiro alla pignata e il tiro della “pezza i casu”, la forma di formaggio pecorino stagionato fatta rotolare per strada. Alla fine i giochi hanno prodotto anche alcuni vincitori: per surici, Giuliano Lorè; per il parrocciolu, Agostino Marchese; per la campana, Samuele Pungitore; per carte 500, la coppia Franco Cuturello e Gerardo Pungitore; per l’antico gioco del roiu, Giuliano Lorè.
Il gioco è sicuramente l’espressione più autentica e spontanea dell’infanzia, è attraverso l’attività ludica che si possono intravedere tendenze ed inclinazioni del bambino. Dice il Pitrè: “Il fanciullo è un piccolo uomo e noi, fanciulli di una volta, possiamo, nei suoi atti scomposti e meccanici d’oggi vedere o prevedere i suoi atti relazionali di domani come nel breve, ahi! troppo breve! periodo della sua età spensierata, studiare quelli men brevi dell’agitata adolescenza e della non lieta maturità”. Fitili, con questa bella manifestazione culturale e ludica, testimonia oggi, direttamente sulle sue strade, il valore e i valori del gioco tradizionale di una volta.
Franco Vallone
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