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Si chiama Marcello Mandaradoni, ha 19 anni ed abita a San Leo, piccola frazione del comune di Briatico.
Studente e lavoratore ma anche ricercatore e sperimentatore di nuove tecnologie e grande appassionato di robotica, Mandaradoni l’anno scorso, per la tesi di fine anno scolastico presso l’Istituto Tecnico Industriale “Enrico Fermi” di Vibo Valentia, ha presentato e realizzato un interessante progetto denominato “RoboHand“, una ideazione che ha previsto anche la costruzione di un innovativo prototipo destinato a nuovi possibili sviluppi di ricerca.
“RoboHand” è una vera e propria mano robotica interattiva, costruita dal giovane Marcello Mandaradoni, costituita da parti meccaniche e da circuiteria di contorno e nata dalla collaborazione con il “FabLab” di Messina. Il FabLab, il Fabrication Laboratory, è un insieme di strumenti e processi, per costruire qualsiasi tipo di oggetto. Nel FabLab, è infatti possibile realizzare qualsiasi oggetto partendo da un semplice file realizzato in CAD ed una stampante in 3D, una taglierina laser, frese a controllo numerico e plotter.
La struttura di “RoboHand”, stampata al FabLab partendo da un file 3D (.stl), è molto complessa e per realizzarla è stato utilizzato un innovativo materiale di nuova generazione denominato XT realizzato con polimero Eastman, le cui caratteristiche meccaniche lo rendono il materiale per eccellenza della realizzazione rapida, con rigidezza e resistenza alla rottura elevatissima, non paragonabile con alcun materiale utilizzato oggi per le stampe 3D.
Il prototipo “RoboHand” di Marcello Mandaradoni riesce ad interagire con l’utente in diversi modi, tramite PC, cellulare ed un sofisticato guanto indossabile dal utente. L’ambizioso progetto della mano robotica è nato dall’idea di far interagire l’uomo e la macchina; riuscire a riprodurre i movimenti di una mano umana su un sistema robotico. A tal proposito è stata anche realizzata un App per PC che tramite un collegamento USB permette di gestire il movimento di ogni singolo dito, rilevare la temperatura e l’umidità ambientale.
Ogni azione viene confermata da un feedback vocale, inoltre, tramite un App scaricabile dallo Store di Google sul nostro Smartphone Android, è possibile controllarla vocalmente, quindi pronunciare le azioni tramite la nostra voce, utilizzando semplicemente il sistema di comunicazione Bluetooth. Ma il sistema più avanzato ed evoluto del progetto di Marcello Mandaradoni è l’utilizzo a distanza tramite uno speciale e avveniristico “guanto indossabile” costituito da sensori flessibili, che permette la riproduzione dei movimenti eseguiti da una mano umana sul sistema robotico, con un affidabilità del 60%.
Il sistema robotico viene completamente gestito da un microcontrollore, un semplice PC di piccole dimensioni, accompagnato da una scheda di supporto, che si occupa dell’interfacciamento completo, con i servomotori che permettono il movimento delle dita. L’ambizioso obiettivo di Marcello Mandaradoni per il futuro è quello di realizzare una nuova versione della mano robotica, con la collaborazione di alcuni colleghi, che abbia caratteristiche di “protesi 3.0”, sia facilmente interfacciabile e con tante funzioni particolari, che possa essere utile per tutte quelle persone che hanno una disabilità motoria.
Ma il progetto non si ferma qui, non prevede solo protesi medicali, la ricerca di Mandaradoni mira anche ai sistemi di rivelazione fondamentali; “infatti – ci spiega Mandaradoni- con l’ITIS Enrico Fermi di Vibo Valentia, stiamo mettendo a punto una sorta di naso elettronico per la rilevazione di elementi chimici presenti nei vari prodotti alimentari”.
Franco Vallone
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