Questo post é stato letto 18930 volte!
Per una nostra idiosincrasia nei confronti dei monarchi, non ci permetteremmo mai la citazione di un re. Umili come siamo, le uniche citazioni che possiamo concederci sono due perle di saggezza popolare che, come spesso accade, rendono perfettamente il senso di quel che oggi si sta verificando nella politica Vibonese. La prima ammonisce sull’inutilità di accendere candele votive ad altari ormai irrecuperabili. La seconda invece sottolinea quanto i piccoli danni ripetuti portino alle grandi sciagure.
Così non solo dobbiamo inorridirci del fatto che Sel voglia tessere la propria linea politica alle nostre spalle e con i nostri voti, ma ancor di più, dobbiamo letteralmente imbarazzarci nell’assistere al goffo tentativo compiuto dei suoi dirigenti di tracciare anche la nostra di linea, con una disinvoltura ed una presunzione senza pari. Non si preoccupino né Cosentino né la Citton: se la FdS avrà voglia di interloquire con il PD lo farà direttamente e senza bisogno di interfacce e portavoce che riteniamo assolutamente inadeguati alle nostre esigenze. Non si preoccupino i dirigenti di Sel, siamo fortunatamente ancora i migliori interpreti delle nostre parole, rispetto alle quali come sempre, ci assumiamo l’onore e l’onere di ogni responsabilità.
Ci domandiamo se quei punti così vaghi siano stati prima concordati con il presidente De Nisi o se siano delle condizioni oltre le quali nessun accordo è possibile. Ci domandiamo se l’apertura di questa fase nuova passerà attraverso un giuramento di fedeltà al presidente in carica al quale evidentemente si vuole riconoscere un risultato politico e amministrativo, oppure no. Ci domandiamo se l’azzeramento equivale alla totale discontinuità oppure alla riproposizione degli stessi uomini.
Ci domandiamo ancora che risultati ha prodotto l’opposizione della consigliera in termini politici ed in termini amministrativi. Oltre un intento ciarliero e retorico di unità a sinistra, ad oggi Sel, nella provincia di Vibo Valentia, ha solo prodotto enormi divisioni. Certo è che tutte le forme di espressione di cui si sono serviti e si serviranno per giustificare questa nuova santa alleanza è utile solo ad ingannare i cittadini e loro stessi reciprocamente, sapendo di farlo.
Il partito della “nuova narrazione della sinistra” è riuscito così ad essere travolto nella tattica politica del Pd, il noyautage. E dopo il compromesso, il nulla. Per quanto ci riguarda, basta un semplice sguardo proco prolungato per comprendere che la situazione politica dell’Ente vibonese non è roba per la sinistra. In più, la condizione di ambiguità che il Partito democratico permette all’Udc è il segnale inequivocabile che forse la destra al potere degli enti locali c’è già, seppur nelle diverse differenze onomastiche.
In buona sostanza, Sel ha deciso di mettere una seria ipoteca sulla possibilità di costruire una seria alternativa a Vibo Valentia, accettando, ma in assenza di ogni tipo di giustificazione, e stabilendo che è possibile allearsi con la maggioranza del Presidente De Nisi, il quale ha bisogno di solo voto e nient’altro. E per quanto ci affascina il programma rivoluzionario generico presentato al suo cospetto – che lo avrà tanto impressionato da strappargli una fragorosa risata – siamo sicuri che pagherà ben volentieri il prezzo di un altrettanto generico “sì lo voglio”. Se non altro, per salvarsi le coscienze.
Se potessimo farlo, ci riprenderemmo almeno il nostro voto. Idealmente lo abbiamo già fatto. Anche noi pensiamo – e non da oggi – a costruire una alleanza credibile per il futuro, che possa proporsi in modo tale alla guida della provincia vibonese; anche noi vorremmo che questo vento di cambiamento che ha investito tutta l’Italia passasse anche per questa amena località calabrese, ma proprio gli ultimi fatti politici ci hanno insegnato che ciò può avvenire esclusivamente nella chiarezza e trasparenza delle intenzioni, delle scelte e dei programmi, fissando limiti e confini inamovibili. Il resto, solo chiacchiere destinate a rimanere tali.
Paradigmatica in tal senso, è la grande ammucchiata che nostro malgrado abbiamo dovuto accettare poco più di un anno fa per evitare di consegnare – ci fu detto – il comune capoluogo alla destra. Ecco: sono esattamente questi i piccoli, reiterati errori a cui ci riferivamo, che alla fine producono le grandi sciagure.
Questo post é stato letto 18930 volte!