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Sono passati ormai dieci giorni dal voto del bilancio in Consiglio Provinciale, che ha visto martire la consigliera Barbara Citton, sacrificatasi sull’altare del cambiamento contro l’avanzata delle destre. Eppure, di quel cambiamento tanto decantato, si sono già perse le tracce.
Noi da giorni, come marinai sulla tolda, guardiamo speranzosi all’orizonte per avvistare il cambiamento che arriva. “Certo che arriva”, diciamo ai più dissoluti disfattisti. Ce l’ha assicurato la compagna Barbara Citton e il suo partito Sel, che assolutamente per nessuna ragione darebbero in cambio la dignità di una intera sinistra per chissà quale misera cosa.
E non ci facciamo distrarre da chi ci fa notare come nessuna vera dimissione di alcun assessore sia mai stata formalizzata, e di come tutti procedono nel proprio incarico, come sempre. L’azzeramento della giunta, salutato con un gran pavese di dichiarazioni ed interviste, dov’è? C’è mai stato? Gli assessori provinciali sono attualmente in carica o no? E’ possibile avere notizie precise sui primi passi di questo nuovo percorso?
Il nuovo è rinchiuso nelle segrete celle in attesa di esser presentato ai cittadini in tutta la sua bellezza o semplicemente non esiste e si concretizzerà esclusivamente nella stonata rivisitazione della solita nenia ormai insopportabile. Perché se dopo tutte le belle parole ascoltate e lette e gli ecumenici inviti, il risultato fosse non una giunta nuova di sana pianta, ma qualche correttivo in corso d’opera, allora avremmo la certezza di trovarci davanti alla rappresentazione comica della politica, roba da grandi attori, immensi commedianti.
Le imposte salgono, l’ambiente degrada, e l’unico vero interesse salvaguardato sarà quello di cordata, se non personale. Poco importa se i mari è le spiagge sono sporche, se nessuna seria politica turistica sia stata attuata così come nessuna politica attiva a sostegno dei redditi bassi, dai lavoratori, dei disoccupati dei giovani si sia improntata dal giorno dopo che il voto di salvataggio si è concretizzato. Noi non disperiamo.
All’orizzonte ora spunterà il cambiamento tanto atteso. Ne siamo sicuri, anche se dovremo attendere ancora qualche anno. Poi, qualcuno ci penserà a spiegarci come bisognerà sostenere nuovamente questo stesso illuminato progetto, lo stesso che rimase uguale, che doveva cambiare ma non cambiò, che fu perennemente l’ intenzione senza volontà del cambiamento. Altrimenti che cambiamento vero ed alternativo è?
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