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Il 6 aprile, Venerdì Santo, subito dopo la Via Crucis presieduta da Papa Benedetto XVI al Colosseo, dalle 22.40 alle 23.40, “Speciale Tg1” propone il racconto, affascinante e suggestivo, della storia di Natuzza Evolo, la mistica calabrese scomparsa ne 2009 (nel giorno di Ognissanti) all’età di 85 anni, che durante la Settimana Santa viveva il mistero delle stigmate.
Lo speciale, della durata di 60 minuti, interamente realizzato da Rai Vaticano (responsabile Marco Simeon), è firmato da Pino Nano e da Filippo Di Giacomo.
Pino Nano è il giornalista che per oltre trent’anni ha seguito per la Rai la storia di questa donna che raccontava di “aver visto la Madonna” e di aver ricevuto da Lei il compito di realizzare a Paravati, paesino di tremila anime in provincia di Vibo Valentia, “una grande Basilica”, che oggi, dopo la sua morte, sta per essere definitivamente ultimata.
Non è un caso, dunque, che sia proprio Pino Nano, a cui appartiene gran parte dei servizi su Natuzza conservati nell’archivio Rai – portano quasi esclusivamente la sua firma le interviste rilasciate dalla mistica e realizzate negli anni in cui Nano è stato caporedattore del Tgr Rai Calabria, prima di andare a dirigere l’Agenzia nazionale del Tgr – , a rappresentare la Calabria, terra d’origine del giornalista e della mistica, nella Giunta esecutiva dell’Ucsi, l’Unione Cattolica Stampa Italiana.
Un legame forte e tangibile, quello tra l’Ucsi Calabria, sigillato nella consegna della tessera n. 1 della Stampa Cattolica a Natuzza, il 7 giugno 2008, contestualmente al Premio “L’Affabulatore d’oro” (“A Natuzza Evolo, per le sue straordinarie doti di affabulatrice di Verità”), fondato dal Sindacato Giornalisti della Calabria: furono Carlo Parisi, segretario del Sindacato Giornalisti e presidente dell’Ucsi Calabria, mons. Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, e don Pippo Curatola ad assegnare alla mistica entrambi i riconoscimenti. Risale, inoltre, al gennaio di quest’anno l’intitolazione a Natuzza della stessa sezione calabrese dell’Unione Cattolica Stampa Italiana.
Filippo Di Giacomo è, invece, uno degli intellettuali più interessanti della Chiesa contemporanea. Scrittore, teologo e sacerdote missionario di lunga tradizione, da anni egli stesso conduttore e consulente di prestigio di Rai Vaticano.
Lo speciale, che ha per titolo “Natuzza, la via della Croce”, montato da Pierluigi Lodi, che ne ha curato anche l’editing, propone, per la prima volta al grande pubblico italiano, il racconto integrale della vicenda di questa poverissima donna che raccontava di avere il privilegio di “dialogare con gli Angeli e con le anime dei defunti”, e una serie di interviste inedite in cui Natuzza spiega come “dietro le spalle di ogni uomo c’e’ un Angelo custode con il quale io parlo – diceva – e che mi aiuta a capire cosa cerca chi mi sta davanti”.
È lo stesso Angelo – ripeteva – che “mi permette di parlare tante lingue diverse, pur non essendo io mai andata a scuola, e pur non avendo mai imparato né a leggere né a scrivere”.
Ma “Natuzza, la via della Croce” vuole essere soprattutto – spiegano gli autori del programma – la ricostruzione dettagliata di quello che per la Chiesa italiana diventò negli anni ‘30-‘40 un caso davvero “difficile da decodificare e da interpretare”.
Con l’aiuto dei documenti inediti recuperati presso l’archivio storico dell’Università Cattolica di Milano, lo speciale propone per la prima volta in tv il lungo carteggio epistolare che ci fu, allora, tra il vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, mons. Paolo Albera, e il rettore della Cattolica di Milano padre Agostino Gemelli. Carteggio da cui si evince che, com’era già accaduto anni prima per padre Pio, padre Gemelli aveva bollato “il caso Evolo” alla stessa maniera di quello del frate di Pietrelcina, definendolo “un caso di pura isteria”, consigliando alla Curia arcivescovile calabrese di “isolare la ragazza che parlava con la Madonna”, “ridurla al silenzio”, e semmai “chiuderla per sempre in un convento di suore”.
Un racconto avvincente che propone anche le immagini “forti” delle stigmate della donna di Paravati in varie fasi della sua vita, tutte testimonianze fotografiche autentiche e inedite legate al giorno del Venerdì Santo, e che i documentaristi di Rai Vaticano, Marco Zuccari e Dario Saletti, con l’aiuto di padre Michele Cordiano, il sacerdote che ha seguito Natuzza negli ultimi vent’anni della sua vita, diventandone il padre spirituale (da anni è vicepresidente dell’Ucsi Calabria), hanno recuperato negli archivi più disparati della Chiesa.
Tra le testimonianze scelte per dare corpo allo speciale ci sono, in particolare, quella del medico che ha seguito Natuzza per lungo tempo durante la Settimana Santa, Franco Petrolo, e quella di Ruggero Pegna, promoter musicale che racconta di essere stato da lei miracolato dopo la terribile diagnosi di un tumore invasivo ai reni.
Lo speciale, realizzato grazie alla collaborazione tra Rai Vaticano, e speciali Tg1 (responsabile Monica Maggioni), ha avuto l’attivo sostegno da parte della Regione Calabria.
“Trattandosi di un programma interamente dedicato alla mistica calabrese”, fa sapere l’Ufficio stampa del presidente Giuseppe Scopelliti, “siamo certi che non si poteva trovare uno strumento migliore per guardare con una luce positiva questa regione, per troppi anni rimasta ai margini dei grandi sistemi di comunicazione globale”.
GIORNALISTI CALABRIA
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