Questo post é stato letto 30570 volte!
Sono 25 e sono tutti minori, di età compresa tra i 15 ed i 16 anni, i ragazzi africani da qualche giorno ospiti del comune di Gerocarne, dove l’amministrazione cittadina, retta da Vitaliano Papillo, di concerto con la cooperativa Cspeong di Mileto (che gestisce il progetto di accoglienza straordinaria per conto dell’Utg), ha messo a loro disposizione una struttura comunale appositamente attrezzata dove i giovani saranno accolti in via provvisoria in attesa di ottenere l’asilo politico nel nostro paese.
Una testimonianza ulteriore del forte senso dell’accoglienza che i centri del comprensorio dell’Alto Mesima e, più in generale, la provincia di Vibo hanno insito nel loro Dna, sempre pronti a rispondere all’accorato appello di aiuto lanciato da chi ha avuto la sfortuna di nascere in aree del pianeta decisamente più svantaggiate e perennemente oppresse da atroci guerre ed opprimenti dittature che spesso consentono a stento la libertà di respirare.
Una decisione presa con profonda convinzione da Vitaliano Papillo, che già in passato aveva dato piena disponibilità all’ospitalità di un altro gruppo di richiedenti asilo (poi, però, dirottati in diverso sito dall’organizzazione del progetto) e che, anche stavolta, non si è tirato indietro nel porgere una mano a 25 sventurati giovani, gravandosi dell’ulteriore responsabilità derivante dalla loro minore età.
Una scelta dettata anche dalla contezza che da simili incontri tra culture diverse, quella del continente africano e quella vibonese, non possano che derivarne effetti positivi e scambi di conoscenze, saperi, usi e tradizioni. Già da questi primi giorni, con la collaborazione della parrocchia, di tanti volontari e delle associazioni cittadine, la macchina dell’accoglienza si è messa in moto per predisporre progetti di integrazione e fornire tutto il materiale utile a far trascorrere ai 25 minori una permanenza quanto più possibile piacevole.
Esiste la consapevolezza che il periodo, per l’Italia e, soprattutto, per la Calabria, non sia dei migliori. Ma altrettanto radicata è la convinzione per cui l’Italia, paese di emigrati che hanno vagato in cerca di fortuna in ogni angolo del mondo, oggi, nei limiti delle possibilità concesse dalla congiuntura storica, debba saper accogliere e integrare coloro che, trovandosi nella necessità estrema, fuggono dalle loro terre in cerca di un orizzonte di speranza da poter toccare con mano, nel caso in cui dimostrino di meritarlo.
«Nella certezza – sottolinea Papillo in conclusione – che i miei concittadini daranno il loro meglio in questa nuova grande prova di ospitalità cui sono chiamati a cimentarsi nei mesi a venire».
Questo post é stato letto 30570 volte!