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Sono scesi in piazza venerdì 12 i giovani studenti vibonesi contro la riforma della scuola che, i perfetta continuità con il governo Berlusconi, diminuirà ulteriormente la qualità dell’insegnamento, aumenterà il carico di lavoro per gli insegnanti che rischiano il blocco dei contratti e degli scatti biennali di anzianità a causa di un sistema che punta alla gestione oligarchica e autonoma dei singoli istituti che, in alternativa ai finanziamenti pubblici, apriranno le porte a dei partone privati con la costituzione di un consiglio di amministrazione al posto di consigli di classe e di istituto.
Le motivazioni dello sciopero, ampiamente condivise dagli studenti dei licei classico, scientifico e magistrale, ha avuto un negativo epilogo per milleduecento alunni del liceo Berto i quali, avvisati dalla dirigente, contraria allo sciopero,
sono stati sospesi senza obbligo di frequenza.
Genitori e alunni non sono stati ricevuti dalla preside per motivare questo provvedimento con il quale, la professoressa Silvestro, ha dimostrato un comportamento vendicativo nei confronti dei suoi stessi alunni e privo di ogni procedura, come indicato dal regolamento scolastico, senza la convocazione del consiglio d’Istituto.
Così facendo ha dato prova di un comportamento che quasi si richiama a fondi antidemocratici e reazionari; senza tralasciare la riprovevole espressione, nei confronti dei compagni, del rappresentante d’istituto che, allineandosi alla preside, ha deciso di non partecipare al corteo lasciando il posto ad altri studenti che con fierezza hanno preso il suo posto, alla guida del liceo scientifico, seguendo una ben determinata linea di coerenza.
Questa condotta ha portato il Liceo Scientifico ad essere una delle poche scuole sospesa per i suoi tre quarti a causa di uno sciopero nazionale fatto nell’interesse degli studenti, nell’interesse dei docenti, nell’interesse della scuola pubblica e delle generazioni future.
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