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Il giornalista della Gazzetta del Sud, Ancangelo Badolati, ha presentato il suo ultimo libro “Banditi e Schiave, i Femminicidi”, edito dalla casa editrice Pellegrini e scritto a quattro mani col collega Giovanni Pastore, presso l’auditorium della Scuola di Polizia di Vibo Valentia.
Al tavolo tecnico organizzato dal liceo scientifico Berto di Vibo Valentia, hanno preso posto il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Marisa Manzini, l’avvocato Giovanni Soluri nella veste di presidente dell’ordine dei giornalisti della Calabria, la professoressa Stella Pagano nel ruolo di moderatrice, e la preside dell’istituto Berto, Maria Silvestro.
Davanti ad una platea composta per la maggior parte da studenti liceali, il giornalista calabrese ha tenuto un accorato intervento sulla questione delle donne che subiscono ogni sorta di violenza, oggi in Calabria. Si è parlato dell’odissea delle donne albanesi, delle quali Badolato ha ampiamente trattato nel suo libro, che arrivano sulle nostre coste con la speranza di un futuro migliore, ma che vengono destinate al mercato sessuale da aguzzini spietati che non si fermano davanti a vessazioni e violenze di ogni genere per piegarle ai loro scopi.
Donne di ‘ndrangheta, mogli, figlie, sorelle di boss e affiliati alla criminalità organizzata che non hanno speranza di staccarsi da un mondo che non risparmia neanche i loro figli, neanche chiedendo aiuto alle istituzioni. Donne semplici, professioniste e casalinghe, che quotidianamente sono oggetto di maltrattamenti e abusi all’interno delle loro stesse abitazioni dove, in teoria, dovrebbero sentirsi protette.
Parla di uomini dissimulatori Arcangelo Badolati. E lo fa in merito a fatti di cronaca avvenuti sul territorio calabrese negli ultimi anni, dei quali la cronaca nazionale si occupa solo se si tratta di episodi feroci e orribili che per la loro efferatezza varcano i confini regionali. Come il caso di Fabiana Luzzi, la sedicenne accoltellata e bruciata viva dal fidanzatino poco più grande di lei, o della giornalista Maria Rosaria Sessa, al quale il fidanzato geloso ha tagliato la gola con un unico fendente, ma anche delle dodicenni di Corigliano costrette a prostituirsi anche con il medico del paese e il vice sindaco! Si rivolge ai giovani quando dice che i ragazzi non devono lasciarsi prendere dall’ira e dalla vendetta se una ragazza tronca la loro relazione, cadendo in trappole subculturali dell’esaltazione alla violenza contro le donne. Così come le ragazze non devono lasciarsi sopraffare dalla paura e cedere alle minacce, alle botte, agli abusi.
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