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«Come cittadino prima ed esponente delle istituzioni poi, resto mortificato dinanzi alla cecità di chi non si sforza a comprendere il dolore di gente che soffre e che vede il proprio diritto alla salute calpestato da inaccettabili decisioni assunte da chi, invece, per il ruolo ricoperto, dovrebbe soltanto aiutarla e sostenerla».
E’ quanto afferma il Consigliere regionale del Partito Democratico Bruno Censore, commentando lo stato di agitazione dei malati del reparto di Dialisi dello Jazzolino di Vibo Valentia che sono tornati a denunciare una condizione insostenibile, stante la chiusura del reparto e, addirittura, la mancanza di medicinali. Si pensi, peraltro, che i degenti sono divisi in quattro turni da 13 tra mattina e pomeriggio e i farmaci, in estrema sproporzione rispetto alla necessità, scarseggiano. A ciò si aggiunga, poi, l’insufficienza di personale infermieristico e medico.
«Dinanzi a tutto ciò – prosegue Bruno Censore – la politica ha l’obbligo di dare risposte al bisogno di salute quale diritto fondamentale e non alienabile della persona nel rispetto assoluto della stessa. Un obbligo, dunque, che comporta un impegno serio e continuo e che nessuno può calpestare in nome di quella logica puramente e dissennatamente contabile che in Calabria sta cassando il diritto alla salute. Non è più tollerabile che a farne le spese siano come sempre i cittadini più deboli. Oggi, pertanto, dinanzi all’evidente disagio e alle immani quanto assurde difficoltà che stanno vivendo gli ammalati, e in modo particolare i dializzati a cui va la mia totale solidarietà personale prima che politica, rivolgo un nuovo appello al Governatore Scopelliti, nella sua qualità di Commissario, e ai vertici dell’ASP di Vibo Valentia affinché mettano immediatamente in campo iniziative e soluzioni tese ad attutire al più presto tali e inaccettabili disagi».
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