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«In un simile contesto, qual è appunto quello Vibonese, contesto in cui la ndrangheta e il malaffare pervadono la società, la mancata predisposizione di misure urgenti e necessarie per scongiurare un depauperamento di un simbolo della continua e incessante lotta contro la criminalità organizzata che a queste latitudini segna notoriamente e drammaticamente il suo radicamento, sarebbe una scelta miope, insensata e scellerata. Rischierebbe, tra le altre cose, di allontanare ancor di più i cittadini dalle istituzioni, dando loro la netta percezione che il tema della sicurezza e della lotta alla ndrangheta non rappresentino una priorità».
E’ quanto afferma il Deputato del Partito Democratico Bruno Censore, evidenziando la condizione di grave criticità del Tribunale di Vibo Valentia determinata dai recenti trasferimenti disposti dal Csm, in conseguenza dei quali il Tribunale di Vibo registrerà una scopertura di organico tra i giudici, pari addirittura al 60%.
«Le ultime notizie che giungono dal Tribunale di Vibo Valentia delineano una drammatica situazione ben oltre i limiti di sostenibilità, con una pesante carenza di organico superiore a quella fisiologica, che si traduce anche in una gravissima lesione del diritto costituzionalmente garantito. Il rischio di implosione degli uffici giudiziari del Tribunale di Vibo Valentia è ormai dietro l’angolo. Per questo motivo, insomma, facendone una coraggiosa e doverosa battaglia nell’interesse del bene comune, abbiamo l’obbligo di sostenere le iniziative e i moniti del Presidente del Tribunale di Vibo, Roberto Lucisano, e del Procuratore capo, Mario Spagnuolo, e condividere assieme a loro ogni iniziativa necessaria per un pronto ed efficace intervento del Ministro della Giustizia e del Csm.
I numeri illustrati dal Presidente Lucisano – osserva Censore – sono allarmanti: su 15 giudici assegnati al Tribunale di Vibo Valentia, entro fine mese, ne verranno a mancare addirittura 9. Ne rimarranno 6, ma due di loro dovranno occuparsi dell’Ufficio gip-gup. Insomma, a presiedere tutti i processi rimarranno soltanto 4 togati, con una sostanziale impossibilità di rendere un servizio efficiente ai cittadini e ciò, peraltro, in concomitanza con l’arrivo di numerosi e gravi procedimenti relativi a fatti di criminalità organizzata. Vibo Valentia e l’intero Vibonese – prosegue il parlamentare del PD – debbono avere un Tribunale funzionante e funzionale, con organico sufficiente e proporzionato al carico di lavoro già incredibilmente pesante. Nei prossimi giorni – conclude Bruno Censore – assieme ai colleghi deputati del PD Alfredo D’Attorre e Nicola Stumpo presenterò al Governo un’interrogazione parlamentare e chiederò un incontro al Ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, per reclamare l’adozione, con urgenza, di tutti i provvedimenti necessari per impedire la paralisi dell’attività giudiziaria a Vibo Valentia e per tutelare un irrinunciabile presidio di legalità a difesa di una vasta area dove oggi più che mai la ndrangheta tenta di affermare la proprio logica di violenza e prevaricazione».
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