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Un fulmine a ciel sereno ha squarciato la quotidianità dell’intera città di Reggio Calabria e non solo. Si è spento in queste ore il magistrato Giuseppe Viola. Storico fondatore e presidente dal 1966 al 1988 della squadra che porta il nome del fratello Piero, fu da lui ribattezzata Cestistica Piero Viola.
Magistrato dalle alte qualità morali, fine ed acuto osservatore storico del suo tempo, pacato nel suo dire, ha messo a disposizione della città, un’ alta cultura giuridica e sportiva. Dalla sua, grande umanità, tatto non comune e profonda onestà intellettuale. Sempre lungimirante nella visione della vita, con il suo silenzioso fare, concreto e mai sopra le righe, ha fatto riscoprire ai più il volto di una Reggio diversa, operosa, vogliosa di emergere, incarnandone così il riscatto sociale.
Premiato con il San Giorgio d’Oro nel 2016, è stato uno dei pionieri della pallacanestro al Sud Italia. Sotto la sua sapiente guida, la compagine da lui presieduta, ha raggiunto i più prestigiosi traguardi della sua storia. Lo piangono le istituzioni, tutti gli sportivi reggini, i tifosi neroarancio e coloro che con lui hanno collaborato.
Un “mito” nell’immaginario collettivo, non dovrebbe lasciarci mai e se accade, rimane un vuoto perenne ed incolmabile. Con lui, viene a mancare un punto di riferimento dello sport calabrese e nazionale. Ma a tutti coloro che lo hanno conosciuto ed apprezzato, il giudice Viola ha lasciato in eredità un dono prezioso: le sue alte qualità morali da cui attingere e quel suo sognare un mondo migliore per le generazioni che verranno.
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