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E’ sicuramente uno dei maggiori esponenti dei dilettanti calabresi, uno che potrebbe tranquillamente rappresentarli in qualità di un’ipotetica “Asso-Calciatori dei nostri campionati minori”, essendo un signore del calcio calabrese in generale e avendo scritto parte della sua storia, inducendo gli altri a leggerla. E ancora altre pagine vedranno nero su bianco, perché Massimo Di Lorenzo, alla veneranda età di 39 anni, non ha intenzione di dire basta.
Ne ha per qualche altro anno e vuole vivere al meglio le ultime tappe di un percorso che lo ha visto esordire giovanissimo in Serie D, sino a diventare un totem del calcio dilettantistico calabrese. Di Lorenzo ha collezionato più di 300 presenze nel massimo campionato regionale, quello di Eccellenza, e una ventina in Serie D.
Nella sua umile e rispettosa carriera ha perso due finali nazionali playoff, due finali di Coppa Italia, ma ha vinto 5 campionati di Eccellenza, 2 di Promozione, 4 Coppe Italia Dilettanti Regionale, una Supercoppa Regionale e una Coppa Italia Dilettanti Nazionale.
Col passare degli anni, a suon di vittorie e carisma, a suon di saper stare in campo, tecnicamente e umanamente, esempio di correttezza e di valori, si è guadagnato il rispetto di tutti, compagni e avversari, che ogni domenica lo salutano con piacere, tant’è che nella sua carriera Massimo è sempre uscito a testa alta dal campo, senza alcun tipo di problema. Questo è il biglietto da visita di uno dei Signori del Calcio Calabrese, in grado di oscurare anche l’ingiustizia subita lo scorso anno, quando fu squalificato per otto giornate senza alcun tipo di, fondato, motivo.
Adesso, l’esperienza al San Gorgio, ritrovando l’amico Nino Falduto, con il quale è senza dubbio il leader carismatico del sodalizio neroverde di Bruno Caridi. Di Lorenzo è dispiaciuto per quanto successo domenica nel big-match del derby reggino contro la Pro Pellaro, e a nome della società, porge le scuse:
“Chiedo scusa a nome della società San Giorgio per alcuni comportamenti di un nostro tesserato nei confronti dell’arbitro Spasari di Soverato. Sono rammaricato per gli episodi che hanno caratterizzato il finale della partita contro la Pro Pellaro, in certe situazioni è bene mantenere i nervi saldi, pensando solo ed esclusivamente al campionato e alla classifica, che fino a venti minuti dalla fine, ci vedeva ancora a tre punti dalla Gioiese e che, probabilmente, già da stasera, vedrà interrompersi la striscia di risultati positivi e il filotto di vittoria messo a referto sin qui. Sia noi, che la Pro Pellaro avremmo potuto dar vita a una partita diversa. Ognuno ha le proprie responsabilità. Dovevamo essere più maturi, interpretando al meglio determinate situazioni, compresa la direzione arbitrale. L’amore per questo sport, da parte mia e dei miei compagni, ci deve spingere ad andare oltre queste situazioni. Tenendo sempre presente quali siano le ambizioni di questa società, quest’ultima, nel limite delle sue possibilità, non ci fa mancare nulla, e personalmente non mi pento della scelta che ho fatto se vedo gli episodi di domenica, perché comunque qui c’è grande materiale umano oltre che tecnico per far bene”.
Massimo Di Lorenzo ricorda sin da inizio preparazione che aria si respirava nei primi allenamenti con il nuovo gruppo neroverde e non lesina dal riportare quelle che furono le sue sensazioni:
“Fin da subito, dal primo giorno di preparazione, arrivato al campo di Gallina, trovando mister Scevola e il professore Francesco Alati, due veri professionisti che non lasciano nulla al caso, e vedendo già il gruppo vincente dello scorso anno, quello che aveva dominato il campionato di Seconda Categoria, e i nomi e le persone, i nuovi acquisti in forza alla causa, ho subito pensato che potessimo fare un campionato di vertice e per una matricola questa rappresenta di per sé già una vittoria”.
Il poliedrico difensore ha detto la sua anche sul progetto del San Giorgio:
“Per quanto riguarda il progetto societario della dirigenza, prima di ogni cosa posso dire che si respira tanta familiarità, amicizia, impegno e unità d’intenti. Quando questa dirigenza si mette in testa un obiettivo, avendo le idee abbastanza chiare, prima o poi lo concretizzano. In quanto tempo si possa? Questo sinceramente non lo posso dire io, perché durante la mia carriera ne ho visti davvero tanti fermarsi sul più bello e non mi sento di sbilanciarmi, facendo una stima. Tanti progetti sono morti sul nascere e si sono fermati sul più bello, più si va avanti e più aumentano le difficoltà e dinanzi a queste subentrano determinate situazioni, ahimè, per esempio come l’incidente di percorso di domenica, e molto dipende da come riesci a gestire tutto, non solo i risultati, ma anche lo spogliatoio e i fattori esterni”.
A proposito di progetti purtroppo non andati a buon fine, per il calcio villese, Massimo Di Lorenzo, che è stato una bandiera, nella squadra che ha frantumato record europei per quanto concerne la categoria equipollente a quelle estere, ha fatto un tuffo nel passato, da un neroverde a un altro neroverde. Stagione 2004-2005:
“Della Villese dei record sinceramente ricordo quasi ogni singolo giorno. Ricordo ancora quando erano iniziati i lavori per la riqualificazione del Santoro di Villa San Giovanni e cominciammo il pre-ritiro a Taurianova. Eravamo, guardando l’organico, non una, ma due squadre che potevano fare bene in quel campionato, da veri protagonisti. Sin dal primo giorno, ricordo il mister Franco Viola, prima di andare a fare i test atletici, chiuse la porta e ci guardò dritti negli occhi, dicendo che eravamo lì solo ed esclusivamente per vincere. Poi abbiamo fatto quasi un mese di ritiro a Melia di Scilla, scendemmo da lì facendo qualcosa come 25 vittorie consecutive nel campionato di Eccellenza, record nazionale ed europeo. Vincemmo anche la Coppa Italia Regionale in una doppia finale contro al Luzzese. L’unico rimpianto è aver perso le semifinali nazionali della Coppa, dove fummo eliminati dall’Altamura, ma soltanto ai calci di rigore. La vittoria della Supercoppa Regionale completò comunque un triplete che mai nessuno è riuscito a fare in Eccellenza”.
Poi qualcosa si ruppe, ancora oggi non si sa nello specifico da cosa fosse dipesa l’estromissione dal campionato di Serie D 2005/2006. Di Lorenzo ammette di sapere ben poco di quella situazione:
“Cosa successe la stagione successiva? Non so, noi eravamo pronti per affrontare il campionato di Serie D, l’organico era più che pronto. Un giorno in cui eravamo in ritiro all’Hotel Plaza di Villa San Giovanni, arrivò il direttore sportivo, comunicandoci che il Comitato Interregionale ci avevamo escluso dal campionato e che saremmo stati liberi di trovarci un’altra squadra. Quello che successe veramente non l’ho capito allora e non lo so tuttora. Solo la dirigenza di quel periodo potrebbe far luce sulla questione, nell’interesse di Villa San Giovanni, che in quegli anni ha vissuto il momento più florido della sua esistenza”.
Di Lorenzo ha terminato la sua intervista con alcuni ringraziamenti:
“La famiglia è sempre al primo posto, loro sono la mia forza, quindi colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente mia moglie Alessandra e la piccola Alessia che tra qualche settimana compirà 3 anni. Per quanto riguarda le scarpette al chiodo? Diciamo che ne ho appesa già una. Un futuro da allenatore? Ad oggi non ho conseguito il patentino da allenatore, poiché attualmente no rientra tra i miei obiettivi, però è naturale che, stando da una vita in questo mondo calcistico, mai dire mai. Permettetemi di ringraziare un amico che, da quando le nostre strade si sono incrociate, mi è sempre stato vicino e mi ha sempre seguito con obiettività. Gianluca Trunfio ha un amore e una passione verso il proprio lavoro che ha pochi eguali”.
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