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Si è svolta al Granillo, alla presenza degli organi di stampa, la conferenza stampa indetta dal presidente della Reggina, Luca Gallo. Il massimo esponente del sodalizio amaranto, nel suo ampio excursus, che ha riguardato i molteplici aspetti del campionato appena concluso, ha parlato del momento particolare che sta attraversando il mondo del calcio e non solo, soffermandosi a tutto tondo su ciò che riguarda il club amaranto e la programmazione per il campionato che verrà.
Il momento del calcio e la serie B
Sarò franco – ha esordito – dico che le società di calcio sono totalmente sulle spalle delle proprietà, il Governo può dare tutti i sostegni che vuole. Ho un direttore generale che è preparatissimo su questi argomenti, che usufruirà di quelli che sono gli ultimi emendamenti e decreti. Alla fine, i soldi li mette l’imprenditore che detiene il club. La serie B è la serie B, non c’è paragone con la A. La serie B è più digeribile per un club come la Reggina, non la vedo come una A2.
Stagione complicata e tifo
La stagione che si è appena conclusa è stata complicata e surreale. Non abbiamo potuto contare su un euro di introiti dallo stadio – ha detto Gallo – sembrava normale vedere il Granillo completamente vuoto, stare in tribuna e sentire gli allenatori che stavano sul campo. Invece abbiamo vinto nel silenzio assoluto dello stadio. È stato complicato non poter contare sul calore ed il sostegno della tifoseria amaranto. Immaginiamoci un Reggina-Monza in un periodo normale, ci sarebbero stati 20 mila persone al Granillo. Mi auguro di cuore che l’anno prossimo non si verifichi una situazione simile.
Introiti – Bilancio ed eventuali soci
Il massimo esponente del club amaranto, nel precisare, si è posto ed ha posto una domanda.
Zero euro anche dagli abbonamenti. Se l’anno prima in C ne avevamo fatti 6 mila, quanti ne avremmo fatti in serie B? Il bilancio al 30 giugno sarà a posto, potrete vederlo tutti. Lo sarà per i miei impegni economici, fatti a favore della cosa più bella che ho, la Reggina. In relazione a sponsorizzazioni e accordi economici – ha precisato – ad oggi solo intenzioni ed avvicinamenti che certamente non sono sufficienti. Il club amaranto, è uno dei marchi di punta del calcio italiano, ha un appeal importante. Monto probabilmente, in questi anni ho contribuito a renderla ancora più certa. Per ciò che concerne nuovi ingressi in società con soci ad affiancarmi, dico che ho sempre viaggiato da solo nel mio percorso imprenditoriale, non potrei contemplare una cosa del genere, la escludo totalmente. Sono uno a cui piace decidere le cose da solo, i soci mi sono indigesti.
Settore giovanile e centro sportivo
Le squadre giovanili – ha continuato – non hanno raccolto i risultati ottenuti dalla prima squadra. Da quando sono arrivato – ha sottolineato – abbiamo dovuto affrontare numerosi problemi, compreso il settore giovanile che io posso solo affidare ad una persona preparata. Adesso possiamo contare su un centro sportivo che sembra Gardaland. Mancano solo i gonfiabili per i bambini. È un qualcosa di straordinario e sta lì proprio per quello, per far crescere i giovani calciatori.
Mercato cartellini e grandi nomi
Gestire una società di calcio è come gestire una famiglia, Se il capofamiglia – ha messo in evidenza – perde il lavoro e bisogna pagare affitto e da mangiare, logicamente bisognerà fare dei conti, perché nonostante non abbia avuto incassi, devo fare la squadra. Gli sponsor pagano quello che pagano, lasciamo perdere i diritti televisivi diluiti e quando arrivano. Un club che deve iniziare una stagione calcistica in serie cadetta, senza introiti, come può comprare cartellini? Patrimonializzare è giusto, ma una cosa è corretta o no a seconda del periodo storico che si vive. Non abbiamo molti cartellini di proprietà ma ci sono ingaggi pesanti. La politica dei grandi nomi, non ha portato risultati quest’anno e quindi non verrà ripetuta. Sfido chiunque però a dire che Menez e Faty non fossero giocatori importanti. Poi vedi giocarsi la serie A squadre come Cittadella e Venezia, costruiti con prestiti e un budget risicato.
Su Taibi Baroni
Partiamo dal presupposto – ha proseguito – che la Reggina rimane al di là dei singoli protagonisti che vi partecipano, di chi arriva e parte. Allora la domanda su Taibi e Baroni magari potrebbe valere anche per me. Non bisogna mai dare le cose per scontate. Ho incontrato Taibi, – ha tenuto a dire – a Roma qualche giorno fa. Abbiamo parlato per oltre un’ora di strategie di mercato e tecniche per la prossima stagione. Ho letto dei rumors su interessamenti di altri club sul d.s., se così fosse non sarebbe una cosa carina considerato che Massimo ha un contratto con la Reggina fino a giugno 2022. Baroni – ha concluso – è un allenatore preparato, una persona seria. A me risulta che anche lui voglia rimanere. Spero possa arrivare la fumata bianca. C’è una trattativa in corso, incentrata su altri aspetti, non per forza su questioni economiche. La volontà della Reggina è quella di continuare il rapporto con Baroni, ma come ho già detto i contratti si firmano in due.
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