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Franco Gagliardi da quando ha preso il comando della panchina amaranto, insieme a Zanin, ha sempre mostrato qualla voglia di lottare che, solo chi come lui, ha la Reggina nel sangue riesce ad avere. La sconfitta di Novara è stata l’occasione per attaccare l’operato del mister, nonostante i precedenti quattro risultati utili. Gagliardi con la schiettezza che lo ha sempre contraddistinto, non le manda a dire a chi davanti al primo stop degli amaranto lo ha criticato: “A 67 anni, non devo certo preoccuparmi di accattivarmi le simpatie dei giornalisti, professione che rispetto. Esistono bravi cronisti e altri meno bravi o in malafede. Allo stesso modo esistono bravi allenatori o chiaviche, io probabilmente faccio parte di questa seconda categoria. Non so se qualcuno aspettava la sconfitta della Reggina per esultare, il clima che ho notato però non mi è sembrato a favore. Il paradosso è evidente, come si farebbe a tifare per una retrocessione? La Reggina non è mia, di Foti o dei giornalisti. E’ del popolo amaranto, e se retrocede la stampa non ne trarrebbe certo beneficio. Se la Reggina retrocede retrocediamo tutti.”
Tornado sulla partita di Novara il mister ha analizzato il problema del subito goal su calcio piazzato: “Non mi sono mai nascosto, probabilmente questo fondamentale è stato poco curato durante le precedenti gestioni tecniche. Io sono convinto del fatto che per migliorare un gesto, bisogna ripeterlo all’infinito. In settimana ci saremo esercitati 500 volte sui calci piazzati, mi aspetto miglioramenti”
Infine una riflessione sulla partita di domani: “Domani è la partita del centenario, la più importante dell’anno, speravo domani allo stadio ci fossero 16 mila spettatori ed invece non sarà cosi, e se domani falliamo me ne devo andare da qui nonostante siamo i migliori per questa squadra”
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