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Dalla serie A all’ultimo posto nel girone di Lega Pro. Dal 2009 al 2014 la Reggina sembra essere entrata in un circolo vizioso senza uscita.
In pochi si sarebbero aspettati di vivere un presente cosi nero dopo tutti gli anni passati in serie A; seppur tra mille difficoltà, gli amaranto sono sempre riusciti a uscirne con l’unione di intenti, con la collaborazione salda tra staff tecnico e società. Purtroppo, la partita col Benevento è il chiaro esempio di una società allo sbaraglio e senza più voglia di lottare per salvare la faccia.
Ancora una volta, gli avversari sono stati favoriti da banali errori; Il gol dei campani nasce proprio da una disattenzione di Armellino. La reazione dei calabresi non è mai arrivata, e non ha aiutato di certo lo schieramento di una formazione con diversi elementi fuori ruolo. Francesco Perrone, ad esempio, nato e cresciuto come tornante offensivo e seconda punta, ha dovuto badare prettamente a compiti difensivi svolgendo il ruolo di terzino sinistro; Tortelli, infatti, ha preferito lasciare Syku in panchina nel suo 5-3-2 spostando Karagounis al centro della difesa in un ruolo chiaramente non suo.
Il Benevento gioca meglio, con maggiore sicurezza, tanto da riuscire a raddoppiare con il difensore Scognamillo, sfruttando ancora una volta uno svarione amaranto. Il centrale campano approfitta di un errore Ungaro e trafigge Kovacsik. Tortelli mette in campo Viola negli ultimi minuti, ma non è servito a nulla.
Gli ultimi minuti del match sono stati caratterizzati da una fragorosa protesta dei tifosi amaranto, che si sono scagliati contro il presidente Foti costretto ad abbandonare lo stadio scortato. Un’immagine deprimente, di una società ormai destinata a finire nel baratro, senza una guida adeguata e senza un progetto.
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