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In una nota stampa l’avvocato Francesco Benedetto parla a nome della propria famiglia riguardo un possibile futuro all’interno della società amaranto: “A differenza di Peppe, i miei fratelli e io non abbiamo intenzione di impegnarci nel calcio a livello imprenditoriale. Il motivo è molto semplice: questo sport, foss’anche in serie D, comporta un investimento di tempo che non mi posso permettere. Il mio lavoro è altrove, il centro dei miei interessi personali e familiari è altrove, il mio impegno è da dedicare altrove: alla mia professione e alle aziende del gruppo Benedetto, alle quali soprattutto i miei fratelli riservano ogni energia e idea e che in questo momento di ripresa economica non possono trascurare. Né avrebbe senso destinare risorse finanziarie a un’altra iniziativa economica senza essere in grado di seguirne lo sviluppo e la crescita, pur nel contesto di un gruppo societario certamente all’altezza della situazione. Per questo motivo – e interpreto anche il pensiero dei miei fratelli – non risponderò alla “manifestazione d’interesse” aperta dal sindaco di Reggio, Peppe Falcomatà, che ringrazio di cuore per l’attenzione che ha inteso riservare alla mia persona, nel solco di una lunga e sincera amicizia che mi lega a lui e che, prima di noi, ha unito le nostre famiglie. Il Sindaco, a mio parere, ha fatto tutto quello che poteva per consentire alla Reggina di sopravvivere, provando prima a salvare la Lega Pro, poi a ripartire dalla Serie D. Condivido il modus operandi del nostro primo cittadino, che ha cercato il più ampio coinvolgimento possibile delle forze sane della città nella nuova società. Sono certo che il futuro amaranto sarà radioso come merita Reggio, che in queste settimane ha dimostrato un amore debordante verso la sua squadra di calcio. Il mio ruolo resterà lo stesso che ho avuto in tutti questi anni: di professionista attento al calcio a 360 gradi, di tifoso sempre presente e di reggino orgoglioso. Mio figlio non conoscerà il club fondato da suo nonno, ma sarà pur sempre un tifoso amaranto pronto a “innamorarsi ancora per la vita”. Perché, come recita il nostro inno, “non è mai finita, per un padre che ha sognato, per un bimbo appena nato qui”. La Reggina non è morta. La Reggina è la squadra che scende in campo con i colori amaranto e che rappresenta la Città di Reggio, a prescindere dalla denominazione della società e dal nome di chi l’amministra. Ecco perché la Reggina è ancora viva. Ma perché torni a essere la squadra che conosciamo è indispensabile un progetto serio sia dal punto di vista imprenditoriale che sotto il profilo tecnico. Peppe Praticò conosce benissimo la nostra piena disponibilità e quale può essere il supporto professionale che possiamo fornire. Sono convinto che oggi alla Reggina servano unione, coesione, solidarietà e soprattutto serenità. Non dimentichiamoci mai che il calcio è e resta un gioco. Un gioco serio, ma pur sempre un gioco che ci ha fatti piangere di dispiacere, di rabbia e di felicità. Noi siamo quelli delle lacrime di Perugia, di Pescara, di Torino, di Terni, di Bergamo, di Novara e di Messina. Sempre presenti, come semplici tifosi, e sempre pronti a gridare con orgoglio “forza Reggina”.
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