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“Questa città non merita niente, io amo Reggio Calabria, ma sono nato nel posto sbagliato”. Parole durissime, quelle rilasciate da mister Tramontana al portale calcioa5live.com. Il tecnico reggino, che insieme alle sue ragazze ha portato a Reggio uno scudetto ed una Supercoppa italiana di calcio a 5 femminile, ai microfoni del collega Matteo Santi annuncia l’addio alla Pro Reggina. Di seguito, l’intervista integrale.
Enzo, come è la situazione?
È davvero critica sul piano societario. Il presidente è dimissionario da un anno ed è chiaro che la società va ristrutturata in toto. Io, però, mollo. Bisognava provare a far sopravvivere la Reggina, al momento non ci siamo riusciti e se ce la faranno sarà senza di me. Avevamo degli incontri con degli sponsor che però sono saltati e i tempi burocratici che impone la Divisione non coincidono con i tempi delle aziende alle quali abbiamo chiesto una mano. Entro il 30 giugno dovremmo sapere cosa fare, ma ora come ora c’è il buio pesto.
Col passare del tempo è tutto degenerato.
Sono grato a questa squadra per avermi dato, sul piano professionale, il massimo che si possa raggiungere, cioè lo scudetto. Sono partito con le mie ragazze sin dal settore giovanile e abbiamo conquistato il tricolore con una squadra di sole reggine. Ancora adesso hanno grandi richieste e con mia grande soddisfazione alcune di esse raggiungeranno la capitale: sono mie creature e se hanno la possibilità di migliorare sono davvero contento. Il rammarico che ho è che ho dato tanto, tantissimo, ad una città che non merita niente. Evidentemente, sono nato nel posto sbagliato. Fossi nato da un’altra parte, avremmo avuto davanti a noi altri 10 anni ai massimi livelli.
Che futuro per te?
É giusto che ognuno trovi la giusta collocazione. Credo che anche io la troverò, ho molte proposte, sia nel calcio a 5 che nel calcio a 11, ma a dir la verità mi hanno lasciato un po’ perplesso. Ho vinto 15 titoli nel regionale, sono stato vicecampione d’Italia in tempi non sospetti e ho vinto uno scudetto. Con la Reggina ho smentito la storia calcistica per la quale basta avere i soldi per vincere un titolo. Nessuno, credo, riuscirà mai a eguagliare la nostra impresa: con dei valori tecnici e morali sopra la media abbiamo coronato un sogno.
Vi hanno lasciati soli?
Ho la morte nel cuore. Sono legatissimo alla mia città, la amo tantissimo e sono affezionato a queste ragazze in maniera indefinibile. Però, ad un certo punto, bisogna avere il coraggio di dire “ora basta!”. Forse sono la persona sbagliata nella città di Reggio. Spero vivamente che, prima o poi, qualcuno delle istituzioni possa interessarsi a questo progetto che rischia davvero di morire.
In chiusura un tuo pensiero sulla A.
Sono molto contento dell’espansione del calcio a 5 femminile, in tutti gli sport siamo gli unici ad essere cresciuti così: non è un caso che vi siano 42 società in serie A. Tuttavia, sono molto critico riguardo a questa formula dei tre gironi: la A deve essere una e a girone unico, magari con una serie A2 formata da tre raggruppamenti. Al momento, infatti, il divario fra le prime tre-quattro di ogni girone, con le altre, è davvero abissale.
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