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C’è una partita che si gioca lontano dai riflettori, una partita che va oltre il rettangolo di gioco: il Centro Sportivo Italiano di Reggio Calabria ha voluto immortalare tre foto di “spogliatoio – famiglia”, presenti nel territorio della provincia di Reggio Calabria, comprensorio che spesso vive di poche luci (patinate e d’alto rango) e tante mani che operano nell’ombra delle sofferenze e delle “nuove povertà”. « Il premio “Reghion Sport 2013” – esordisce Paolo Cicciù, presidente del CSI reggino – è un idea che parte da lontano; da quel tentativo di rendere lo sport uno strumento di vita. Lo sport che aggrega e allontana dai “cattivi maestri” è l’unica mission del CSI, e crediamo con una punta di presunzione, debba essere l’unica via per rendere l’attività sportiva al servizio della Comunità ».
Durante i lavori del campus formativo “EDUSPORT 2013” presso l’Hotel Centrale di Gambarie sono stati premiati tra progetti sociosportivi: il Ce.Re.So., l’Associazione di Volontariato “Stefania Pennestrì” e la Casa Famiglia di Castellace, « tre piccole gemme in un mondo dove spesso i valori sani vanno a farsi benedire: il CSI non si stanca mai di indicare queste realtà come l’indice di civiltà della nostra provincia. Vorremmo che le Istituzioni, che in questo momento devono dimostrare tutta il loro peso specifico, incontrino queste tre storie di vita ordinaria. Pensiamo ad esempio, al Presidente del Senato, Piero Grasso, che a più riprese ha sottolineato la sua vicinanza alla popolazione reggina, da ex magistrato, venga a conoscere anche questo pezzo di Reggio ».
Chi sono i premiati? Conosciamoli: il Centro Reggino di Solidarietà (Ce.Re.So.), associazione di volontariato aderente alla Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche (F.I.C.T.), ha iniziato la sua attività nel 1991. Nelle suddette strutture il Cereso svolge la propria attività finalizzata al recupero e reinserimento sociale dei giovani tossicodipendenti seguendo la metodologia di “Progetto Uomo”, mentre su tutto il territorio della Provincia di Reggio Calabria è particolarmente attivo ed impegnato nella prevenzione del disagio e della devianza, in particolare giovanile, nonché nella promozione dei valori della gratuità, del volontariato e dell’impegno civile. Da un anno il Centro, guidato da Don Piero Catalano, ha creato una squadra di calcio a 5. La stessa partecipa ai campionati nazionali e Oratorio Cup promossi dal Csi di Rc . Utilizza il Centro sportivo di S. Alessio, concesso gratuitamente dal Sindaco dott. Stefano Calabrò. I componenti della rosa sono tossicodipendenti, detenuti, alcolisti e giocatori d’azzardo. Il percorso sportivo ha permesso di far sperimentare ai ragazzi la gioia dell’ incontro con l’altro, il significato delle regole, della legalità, del gruppo e del gioco di squadra.
Dal 2007 opera l’associazione di volontariato “Stefania Pennestrì “sul territorio della provincia di Reggio Calabria e realizza, in collaborazione con altri soggetti, anch’essi impegnati nel sociale, una serie di iniziative ludiche ed educative che si ispirano al fondamentale principio della cooperazione e del mutuo aiuto rivolto a quei soggetti che per diversi motivi risultano essere svantaggiati. Altro importante concetto su cui l’associazione fonda la sua attività è quello della prevenzione, come modalità di approccio verso tutte le forme di disagio che oggi caratterizzano gran parte del nostro tessuto sociale, con maggiore attenzione al mondo dei giovani. Le attività promosse dall’associazione sono finalizzate altresì alla realizzazione e il sostegno di percorsi di inserimento lavorativo e di integrazione, e di iniziative di aggregazione di minori a rischio di devianza, che vengono coinvolti in attività ricreative caratterizzate da valori morali positivi. Ciò che caratterizza l’associazione di volontariato “Stefania Pennestrì” è la sua duplice valenza, relativa sia ad una operosa attività rivolta al territorio di appartenenza, sia ad una importante rete di relazioni. Tra queste la collaborazione con il CSI. L’associazione tre anni fa ha creato una squadra partecipando ai campionati del Centro Sportivo Italiano; in questa stagione ha disputato il Campionato Nazionale Calcio a 5 Juniores. La rosa è composta da minori stranieri, rom, senza fissa dimora, minori svantaggiati, minori in affidamento. Il Presidente e instancabile educatore Andrea Arminio, girà tutta la città per dare la possibilità ai quindici ragazzi di poter vivere momenti di legalità, condivisione e aggregazione sociale.
La Casa Famiglia di Castellace per malati di Aids . La casa è stata inaugurata nell’aprile del 1996 ed è l’unica in tutto il Meridione e si prende cura della persona in termini complessivi e non solo sanitari, avendo come unico scopo la costruzione di un percorso per la persona malata compatibile con il variare delle sue condizioni di vita. I ragazzi della casa famiglia stanno partecipando al Campionato Oratorio Cup Piana di calcio a 5
Tre avamposti di legalità, a cui il CSI si sente strettamente legato come “compagno di strada”. « Crediamo sia necessario – conclude Cicciù – sentirsi coinvolti al 100% in questi progetti: è l’archetipo da cui partire, come dice don Italo Calabrò “Nessuno Escluso Mai”, e questo deve essere la strada. Il percorso che guida l’antimafia dei fatti, quella praticata per qualche ora la settimana in un campo di provincia, al fianco di ROM, tossicodipendenti, malati di AIDS, tutti assieme ai loro coetanei che hanno avuto alle loro spalle solo una famiglia più responsabile e un destino diverso. Bisogna credere nel futuro di tutti, e in questo, come Centro Sportivo Italiano chiediamo aiuto, anche solo simbolico, un incontro. Un appuntamento con lo Stato, per loro che lo Stato, forse, non lo hanno mai percepito come “cosa loro” ».
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