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C’è una doppia Calabria, così come c’è una doppia Reggio: quella descritta da alcuni media nazionali, stereotipata e (che appare) riluttante, ed una che invece è ordinaria, il cui rettangolo di gioco è il lavoro giorno dopo giorno. C’è una realtà reggina, calabrese, che “si sporca le mani” stando accanto alle persone, in particolare supportando tutte quelle meno fortunate.
Parlo al nome del Centro Sportivo Italiano, di cui mi pregiodi essere Presidente del Comitato Provinciale, ma anche di rappresentarlo nel Consiglio nazionale. Rappresento una terra, i suoi colori, la sua passione per lo Sport che aggrega e rilancia sul tavolo iniziative su iniziative volte a incoraggiare una reale ripresa sociale. Parto con un assunto: siamo al fianco alle agenzie educative, scuola e famiglia, e puntiamo a cooperare con le Istituzioni; lo Sport è uno strumento che riesce, spesso e volentieri, a superare la sua stessa natura, lo abbiamo sperimentato sulla nostra pelle, ed essere un reale collante intergenerazionale, fra generi e culture diverse.
Lungi da volerci innalzarci ad unicum del nostro territorio, o di fare “passerella” sui media, che per noi negli anni sono diventati partner affidabili in cui divulgare il “bene” che c’è in città e nel comprensorio, vogliamo elencare qualche piccola “azione quotidiana” del nostro Comitato, col chiaro intento di essere dei sani provocatori per tutte quelle associazioni, consorzi, cooperative che operano sul territorio sulla stessa nostra lunghezza d’onda.
Vogliamo iniziare, come attualità impone, con la parità dei sessi: il CSI è promotore da circa un quadriennio di una importantissima attività a livello femminile che è la nostra punta di diamante; il campionato di pentarosa (calcio a 5) è il più partecipato di tutto il Sud Italia, tra i più prestigiosi dell’intero Paese. In quella stessa Calabria in cui le donne, a dire di qualcuno, non sono nemmeno libere di vestirsi come vogliono; ebbene noi le abbiamo incontrate in pantaloncini e maglietta in tutti i campi della Provincia. E non vogliamo scandalizzare i commentatori nazionali del tragico fatto di cronaca di Corigliano, nel dire che al CSI di Reggio Calabria c’è un partecipatissimo torneo misto di Pallavolo.
Cambiamo versante: il nodo integrazione. Dal 2008 è in atto un progetto, di concerto con il Centro “Giovani Domani”, che mira a normalizzare la crescita e l’affermazione di un gruppo sportivo i cui appartenenti hanno tutti diverse etnie di appartenenza. Ragazzi ROM, di nazionalità rumena, ucraina, polacca, marocchina, indiana tutti uniti dalla stessa maglia, quella dell’ASD “Diego Suraci” di Pellaro, che nel suo settore giovanile (calcio a 5, basket e pallavolo) opera con i ragazzi una vera e propria opera di missionarietà sul territorio.
Ancora fotografie: il reintegro sociale. Lo sport dentro le comunità di recupero dei tossicodipendenti (Ce.Re.So. ed Exodus), è un lavoro continuo, attento e che valorizza la persona. L’esperienza del Ce.Re.So, ad esempio, vede il coinvolgimento di dieci giovani (alcuni dei quali in stato di detenzione) con problemi di alcool e droga accompagnati nel loro percorso terapeutico dallo sport. Una squadra di calcio a 5 che sta sperimentando il valore del gruppo, delle regole, del rispetto degli altri, del rispetto di se stessi.
Non è mancato negli ultimi tempi, ad opera di alcuni media nazionali, di accostare la nostra terra univocamente alla ‘ndrangheta. Siamo i primi a riconoscere questa piaga sociale, lo sappiamo perché leggiamo anche di diversi coinvolgimenti diretti della criminalità organizzata nello sport, quello ufficiale. Lo sappiamo per i troppi atteggiamenti di mafiosità (partite giovanili sospese per risse tra i genitori a bordo campo) che si intravedono in diversi campi di gioco. Abbiamo scelto, dunque, di essere in prima linea: con una classe di arbitri – educatori, con allenatori e dirigenti formati presso le nostre strutture (si veda l’ultimo corso di formazione EduSport a Gambarie con 150 dirigenti sportivi di tutta la Provincia), con tante iniziative per sensibilizzare allo sport vero per tutti i nostri giovani (ad esempio il Gran Galà dello sport educativo ed etico a Reggio Calabria). Lo sappiamo perché dalla teoria siamo passati alla pratica in tutti quelle zone definite “di mafia” che per noi sono la frontiera necessaria per essere avamposto di legalità: sono attivati tornei sia nella Piana che nella Locride, campionati che stanno iniziando a dare i suoi frutti.
Per ultimo, ma non in ultimo, permetteteci di ringraziare delle grandi compagne di viaggio: le Diocesi di Reggio Calabria – Bova, di Locri – Gerace, di Oppido – Palmi. Tutti i pastori si sono messi al nostro fianco, insegnandoci l’umiltà dell’abnegazione e la forza di credere nei nostri sogni. Grazie a questo loro inestimabile contributo è attivo da sei anni, l’Oratorio Cup, con oltre 100 parrocchie partecipanti, e, con una punta di orgoglio, ci hanno portato ad essere parte integrante del progetto “Junior Tim Cup” che vede il coinvolgimento dello sport professionista accanto a quello “da campanile”.
Tante storie, un’unica trama: la nostra realtà territoriale. Vogliamo lanciare un appello: l’attuale governo ha unificato Sport, Pari Opportunità e Politiche Giovanili in un unico ministero; lo ha fatto mettendo al timone una campionessa dello Sport Italiano, Josefa Idem. Bene, noi chiediamo al Ministro Idem di venire a Reggio Calabria, di toccare con mano tutte le esperienze che abbiamo elencato, di vedere i frutti del cammino di questi anni. Del CSI e di tutte quelle realtà che nel tempo si sono consolidate nei campi della sua azione amministrativa. Abbiamo voglia di partecipazione, di vedere la politica come un soggetto formalmente e sostanzialmente vicino, non cerchiamo finanziamenti. Vogliamo che il volto pulito del Ministro Idem, diventi ambasciatrice della nostra terra bellissima, che accolga tutte le istanze in termini di proposte per fare di più nello Sport, così come nelle Pari Opportunità ed anche nelle Politiche Giovanili.
Potevamo scrivere bellissime frasi sul valore dello sport, perderci nella retorica, ma abbiamo deciso di porci come un Ente di Promozione serio e affidabile, coi fatti e non con le parole. Al rischio di esporci alle critiche, che, nella misura in cui siano costruttive e non sterili e fini a se stessi, per noi saranno da stimolo per migliorarci e per provare a lasciare la nostra terra, Reggio, la Calabria, migliore di come l’abbiamo trovata.
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