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Dopo quasi un mese dall’addio, l’ex tecnico della Reggina Ciccio Cozza è tornato a parlare approfonditamente della situazione amaranto, durante il programma “Fuorigioco” su Reggio Tv, spiegando i motivi principali che l’hanno spinto alle dimissioni.
Queste le sue parole: “Assistere da fuori non fa piacere a nessuno, ma sono più che convinto della scelta maturata nel post-gara di Reggina-Salernitana – esordisce l’ex tecnico amaranto – Si tratta comunque di una decisione ponderata e sofferta e non nascondo che, indipendentemente dal risultato, avrei rassegnato le dimissioni. Non c’erano più le condizioni per poter lavorare come auspicavo e a mancare erano gli uomini d’esperienza e carismatici. Il crollo? Nelle prime nove partite credo che questa squadra abbia raccolto ancora meno di quanto meritasse. Abbiamo letteralmente dominato l’avversario, producendo una gran mole di occasioni, ma sciupandole pressoché tutte. Dal rigore sbagliato contro la Lupa Roma, dalla penalizzazione si è venuta a creare una situazione dalla quale non siamo più riusciti a venirne fuori. Abbiamo pagato l’inesperienza e la pochezza di ricambi. Credo però che se non ci fossero stati sottratti parte dei punti conquistati sul campo avremmo affrontato le partite con tutt’altro piglio”.
Sulla possibile mancanza di motivazioni ha risposto cosi: “Un gruppo necessita di tre-quattro elementi trainanti, che riescano a tenere in pugno lo spogliatoio. Nel periodo in cui ho guidato questa squadra a mancare era proprio la determinazione, la voglia di portare a casa il risultato. Ricordo che quando giocavo io, i giovani avevano in testa solo un obiettivo e lottavano, sudavano la maglia per raggiungerlo. A me i bambini viziati non piacciono. Dopo la batosta del derby contro la Vigor non nego che provavo vergogna persino ad uscire di casa. Sono un uomo abituato a vincere, non ci tenevo a fare brutte figure e ho preferito mettermi da parte. Mi auguro che con Alberti cambi qualcosa”.
Sulle possibili incomprensioni con Di Michele e Giacchetta: “David per me era ed è un giocatore importante. L’esclusione dai convocati l’hanno fatta passare per scelta tecnica, ma alla base c’era altro. Non so cosa sia successo con la società, ma vengono prese delle decisioni e bisogna attenersi a queste, così come nel caso di Viola ad inizio stagione. Giacchetta? Ho letto che io ho affermato di non volere Simone nel ruolo di direttore sportivo, vorrei dire che è solo una cattiveria. Con lui ho sempre avuto un rapporto di stima reciproca”.
Infine, sugli acquisti voluti fortemente in estate: “Masini è un giocatore importante, un rapace d’area che necessita di due esterni che spingano e mettano in mezzo un gran numero di palloni. Bombagi ad inizio anno era un giocatore che faceva al caso nostro, ma ha deciso di prendere una strada diversa. Da Crescenzi onestamente mi aspettavo di più. Diciamo che arrivava da un infortunio abbastanza serio, ma si era creato attorno a lui un alone di pregiudizi dopo qualche prestazione sottotono”, ed un augurio, da uomo amaranto qual è rimasto e rimarrà indipendentemente dal percorso professionale, “spero che la Reggina si svegli il prima possibile da questo brutto incubo e credo che alla fine ci riuscirà”.
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