L’Indomita Volley trasloca e Maida perde un altra occasione per i giovani

Pallone-Volley

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Due mondi diversi, due paesi distanti soltanto pochi chilometri, forse 4, eppure due situazioni giovanili molto ma molto diverse. Siamo a Maida, paese di poco più di quattromila anime. E siamo a San Pietro a Maida, paesino limitrofo di quasi tremila abitanti. Il primo paese, con un estensione territoriale di oltre 50 km quadrati (in pratica come le città di Catanzaro e Vibo Valentia messe insieme!), un centro commerciale che definire enorme è davvero limitato, tre zone industriali, parco eolico, ma soprattutto una grande storia che lo vedeva feudo alcuni secoli orsono, a primeggiare sui territori limitrofi sotto varie dinastie e quindi un grande gettito economico e un bilancio importante, con un sindaco indagato per la questione fogne e già rinviato a giudizio per il Parco Eolico. Il secondo paese, invece, ha grandezza più modesta, e forse meno risorse. Forse diciamo, perchè ha una grande risorsa che a Maida manca: lo sport. Infatti San Pietro a Maida, nonostante le sue risorse naturali leggermente limitate rispetto al vicino Maida, sta vivendo un momento stupendo, sportivamente parlando, avendo due palestre, un palatenda con una formazione di pallavolo maschile in serie D e una femminile in serie provinciale e ovviamente una scuola di pallavolo molto seguita, una squadra di calcio come da tradizione, una bellissima scuola calcio. Maida dal canto suo neanche scherza, infatti la squadra di calcio locale ha appena realizzato due promozioni consecutive arrivando al traguardo storico della prima categoria, con un pubblico molto caloroso che segue i propri beniamini ovunque, peccato che il campo di calcio sia malridotto e l’amministrazione locale, che aveva promesso una tettoia per coprire le tribune, in campagna elettorale, ora latita. Poi sempre a Maida c’è una palestra che si occupa di arti marziali, molto ben avviata, un’altra società che fa tiro con l’arco, e una squadra di pallavolo, l’Indomita Volley, che fino allo scorso anno gestiva il palasport occupandosi anche di altre discipline, con risultati unici, in termini di numero e di qualità, nella storia sportiva giovanile di questo paese.

O meglio c’era una squadra di pallavolo.

Perchè già dallo scorso anno, vista l’indisponibilità dell’impianto (concesso eventualmente solo mercoledì dopo le 20 e il sabato pomeriggio, orari del tutto incompatibili con la quotidiana pratica sportiva agonistica) è dovuta unirsi ad altre società per giocare i propri campionati.

Il paradosso è che dovunque sono arrivati i piccoli Maidesi, si è sempre vinto!

Purtroppo però questi ragazzi si vedono negata la possibilità di giocare nel proprio paese. O meglio, precisiamo, nessuno ha detto “NO, NON DOVETE GIOCARE QUI”, ma è bastato non garantire le migliori condizioni ai piccoli pallavolisti per veder chiudere definitivamente la pallavolo a Maida.

“Eppure quando c’eravamo noi il palazzetto pullulava di attività”, ci dice Lorenzo Baldo, capitano e portavoce dei giovani pallavolisti, appena quindicenni ma già seguiti da molte società di serie A “ora quando rientriamo la sera dagli allenamenti lo vediamo quasi sempre chiuso, come anche l’estate”. Infatti l’estate l’attività dell’Indomita non si fermava, con l’organizzazione di attività per tutta la durata della bella stagione, coinvolgendo sportivi da tutto il lametino e della provincia.

Ora la struttura è gestita da un altra società che l’ha di fatto messa nelle mani di un altra associazione di Girifalco che si occupa di calcio “il bando prevedeva che potessero partecipare solo società con sede a Maida” ci dice il presidente dell’Indomita “poi però si sono presentate solo tre associazioni, non società, attenzione, e per varie vicissitudini la gara è stata annullata con tanto di verbale. Poi però è venuto fuori che una delle Associazioni, stante tutti questi vizi di forma, aveva vinto, non si sa come. Ora non ci interessa più sollevare polemiche, soltanto ricordare che noi avevamo fatto proposta al sindaco di un affidamento diretto, visto quanto eravamo riusciti a fare e a mettere in essere (anche in condizioni di esercizio peggiori, visto che ci pagavamo da noi le utenze con importi molto salati, al contrario di quanto accade oggi) e questo quantomeno per dare continuità sul territorio alle attività e alle famiglie interessate. Invece, come si sa, è stata scelta un altra strada, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti”.

Alla fine l’Indomita, che tanto bene aveva fatto in campo giovanile ha accettato la corte della società amica Eureka San Pietro a Maida, trasferendosi “in todo” e preparandosi ad affrontare la serie D regionale. “a San Pietro”, ci dice l’allenatore Tiziano De Santis “abbiamo trovato un calore mai sentito prima, l’assessore allo sport è sempre dietro alle società, le segue da vicino, ha rinunciato addirittura ai propri emolumenti per aiutare le società. Al palazzetto ci passa ogni giorno, anche il sindaco, e collaborano molto con le società per fare bene oggi e far ancora meglio domani. Abbiamo attrezzature, una struttura stupenda e tanto altro. Tutto ciò mentre a Maida, proprio in questo momento il palazzetto è ancora chiuso e il sindaco è venuto solo in un paio di occasioni per fare un paio dei soliti discorsi che ben conosciamo, ma mai a vedersi una partita. Stesso discorso per i due assessori allo sport che si sono succeduti: mai visti”

La domanda che ci poniamo tutti oramai da tempo è: ma quando finirà questo scempio? Il territorio si impoverisce, mentre i paesi vicini ci danno lezioni su come si organizza lo sport, lezioni vincenti. A Maida della tettoia per il campo di calcio promessa in campagna elettorale non si vede neanche l’ombra. Le altre promesse per lo sport fatte? Un parco stile zoo safari, una pista per il motomondiale…..

Grandi, solite parole pre elettorali, intanto le società e i giovani sono costretti ad emigrare.

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Author: giovanni.mangiola

autore e collaboratore di ntacalabria.it

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