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Matteo è partito dall’Alto Adige il 4 Dicembre scorso, e dopo aver percorso 2.350km a piedi e in solitaria, dormendo in tenda, è giunto a Brancaleone il 7 Marzo.
In questa ultima tappa di viaggio che si è concluso proprio a Brancaleone, è stato accolto nella storica “dimora del Confino di Cesare Pavese” (di proprietà del Sign. Tonino Tringali), luogo ormai “simbolo” della Cultura Brancaleonese, che ospita al suo interno grandi e prestigiosi eventi culturali, nonché meta prescelta dal turismo Nazionale ed Internazionale, che sta crescendo esponenzialmente negli ultimi anni, dal Presidente della Pro Loco di Brancaleone APS e dai volontari del Servizio Civile Universale e Digitale attualmente in servizio presso l’ente. Il piccolo comitato Pro Loco ha omaggiato Matteo con la consegna di una targa ricordo, prodotti tipici delle aziende locali. Questi doni che simboleggiano l’anima di una cittadina che è sempre stata capace di regalare quell’ospitalità che l’ha contraddistinta da secoli.
Una comunità che ha visto per secoli l’alternarsi di popoli e genti che ha fortemente influenzato la sua cultura, trasferendo sino a noi oggi questa Filoxenìa che è la caratteristica principale di quella grecità insita nel DNA del territorio.
Nella sua avventura, attraverso le regioni d’Italia racconta di aver vissuto un’esperienza interiore incredibile, che gli ha consentito di misurarsi con sé stesso e di conoscere tante belle persone.
“In fondo, non tutto ha un vero e proprio perché nella vita – dice Matteo – ed è forse, proprio per questo che ha deciso di partire. Avevo bisogno di imparare a sfidare me stesso per smettere di sfidare gli altri. Credo sia il modo giusto per crescere interiormente e donare amore a chi ci sta intorno. Ho vissuto momenti di pazzia che non sono in grado di tradurre in parole, ma meglio così. Ho incontrato una parte di me che non avrei incontrato diversamente. Per questo – continua nel suo racconto Matteo – credo nell’amore, in quella sensazione che ti pervade il corpo e ti rende vulnerabile in protezione dell’altro. Ma la fatica interiore è sempre più aspra rispetto a quella esteriore. Le gambe non hanno mai avuto crisi, il cuore sì. Per questo credo non sia possibile condividere certe difficoltà, non queste, non da vicino. Sono cresciuto fin dal principio. Fin da quando nessuno credeva in questo mio progetto, forse per amore e timore. Sono cresciuto nella difficoltà trovata in ogni singolo passo, in ogni singolo attimo. Sono cresciuto nell’incontrare persone belle come voi, che avete reso più magica questa storia. Ringrazio mia mamma, mio papà, i miei nonni e gli amici. Ringrazio chi ha condiviso con me alcuni tratti del percorso campano e calabrese e chi mi ha supportato. Ringrazio le persone che ho incontrato in quella magica terra che è la vostra e che, ora, sento anche un po’ mia perché mi hanno cambiato la vita. Spiccano, in primis, il mio ex allenatore di atletica Riccado, sua moglie Tereza e le mie due grandi amiche Giorgia e Francesca. Ma, soprattutto, -conclude- voglio ringraziare due persone in particolare. Le uniche persone che hanno creduto in questa mia avventura fin dal principio: la mia fidanzata Sara, che mi ha sopportato e supportato negli attimi più difficili, e mia sorella Rebecca che non avrà mai eguali”.
Nella stessa mattinata, c’è stato anche l’incontro con il Sindaco della Città di Brancaleone presso la casa Comunale.
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