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Nella straordinaria stagione dell’Isola si è parlato di tutti e di tutto: l’ottima organizzazione societaria, il grande lavoro tecnico e tattico di mister Caligiuri, l’umiltà e la devozione al lavoro dei calciatori e la vicinanza dei tifosi. Si è parlato poco però di chi lavora dietro le quinte, di chi permette alla squadra di scendere in campo sempre al top della condizione fisica.
Ovviamente parliamo del preparatore atletico, parliamo di Gaetano Mascaro, colui che ha permesso ai giallorossi di disputare ben 47 partite di campionato mantenendo sempre una perfetta condizione atletica. Questo prende ancora più risalto quando, leggendo tutte le 47 le distinte, ci si accorge che nel 95% dei casi sono scesi in campo sempre gli stessi undici, e questi mai durante tutto il campionato hanno avuto un calo fisico o un serio infortunio muscolare.
Gaetano Mascaro seppur ancora molto giovane, è uno che il suo mestiere lo conosce bene, 33 anni laureato in scienze motorie presso l’università di Bologna, in passato, prima dell’Isola, ha curato l’aspetto atletico anche di Acri, Silana e Praia, oltre ad aver fatto una preparazione pre campionato alla Vibonese in Lega Pro, e un campus estivo coi giovani del Mantova ai tempi della B.
Insomma un curriculum di tutto rispetto che ha colpito Raffaele Cerbone, ex attaccante che ha girovagato l’Italia tra Serie A e C1 vestendo anche casacche importanti come quelle di Brescia, Chievo, Empoli e Venezia. Cerbone è oggi allenatore, e dopo l’ottima esperienza in D della scorsa stagione alla guida del Budoni, ha deciso di scendere di categoria ma in una piazza di tutto rispetto e molto ambiziosa come Olbia, e al suo fianco ha fortemente voluto l’ormai ex preparatore dell’Isola Gaetano Mascaro, che ha detto si solo dopo aver appreso della non conferma a Isola.
Mascaro però, dopo cinque anni passati insieme a mister Caligiuri, probabilmente non si aspettava una non conferma all’Isola:
“Il calcio purtroppo mi ha insegnato anche questo, non bisogna mai dare nulla per scontato, il rapporto con Caligiuri è stato sempre ottimo e sapevo che prima o poi sarebbe finito, il calcio è cosi. Onestamente però, dopo cinque anni mi aspettavo un finale di rapporto diverso, mi sembra che io mi sia sempre comportato bene e lavorato con professionalità, e quanto meno mi aspettavo una telefonata già al momento della decisione e non il 20 luglio”
Ora il suo futuro è in Sardegna, in una piazza importante come Olbia, piazza che già aveva rifiutato un mese fa e che per sua fortuna nel frattempo non ha trovato un altro preparatore:
“Si è vero, ho rifiutato Olbia più di un mese fa, perché dopo una stagione cosi non mi andava di lasciare Isola. La mia intenzione era quella di restare e poi c’era anche la speranza di fare la D, sarebbe stato una bella cosa per tutti. In quel periodo ho ringraziato Cerbone per la telefonata e ho detto no senza pensarci, la mia priorità era Isola”
Per sua fortuna Cerbone non ha avuto fretta di trovare un altro preparatore, forse confidava ancora in lei, ora si sente pronto per questa nuova avventura?
“Si, per fortuna il posto è rimasto libero, non è facile per un preparatore trovare squadra in questo periodo, io mi sento pronto e non vedo l’ora di iniziare. Certo non sarà facile, una regione diversa, un ambiente completamente nuovo, una piazza esigente, ma sono convinto che col lavoro sul campo conquisterò la fiducia di tutti”.
Ma c’erano anche altre proposte o solo Olbia?
“Un’altra proposta è arrivata proprio due giorni fa (Giovedi ndr), non voglio dire la società per correttezza, ma è una piazza dove ho già lavorato in passato e nella quale ho lasciato un buon ricordo. Mi hanno contatto dopo aver letto sul giornale in maniera ufficiosa la mia probabile non conferma. Mentre un’altra è arrivata proprio oggi (Venerdì ndr), da una piazza vogliosa di riscatto e con un progetto importante”
Conosceva già mister Cerbone, come ha fatto a contattarla?
“Si, l’ho conosciuto in un contesto al di fuori del mondo calcistico, poi ci siamo messi a parlare scambiando opinioni ed è nato un rapporto di fiducia. Poi quest’anno ha seguito con attenzione il campionato dell’Isola. E’ una grande persona, è stato un ottimo calciatore, e i numeri dicono anche un bravo allenatore, speriamo di fare bene insieme”.
A Isola ha lasciato sicuramente un buon ricordo in questi due anni, lei che ricordo si porterà dietro di Isola?
“Isola è una piazza stupenda, soprattutto quest’anno la gente si è avvicinata tantissimo alla squadra, i tifosi ci sono sempre stati vicini anche in trasferta. Ricordo che al nostro arrivo, a Novembre 2009 abbiamo trovato un ambiente particolare, in molti non volevano quel cambiamento drastico di allenatore e calciatori, soprattutto dopo che l’anno prima avevano stravinto in promozione, col tempo però abbiamo conquistato la fiducia di tutti e i risultati hanno dato ragione alla società. Io porterò dietro sicuramente un ottimo ricordo di Isola, con la consapevolezza di aver dato il massimo per questo piazza e di aver ricevuto molto affetto e stima dal popolo giallorosso. In questi due anni ho conosciuto persone eccezionali, Isola ha mostrato di essere cresciuta tanto sotto il profilo calcistico, una grande società è una tifoseria da brividi, credo che sia arrivato il momento di fare il grande salto in D, la cittadinanza lo merita ampiamente. Ci tengo inoltre a ringraziare tutti i calciatori che hanno fatto parte dell’Isola in questi due anni, tutti ragazzi eccezionali”.
L’ultima stagione resterà sicuramente nella storia, peccato solo per quel 5-0:
“Si peccato, ancora oggi ci penso e non riesco a capacitarmi, vorrei tanto rigiocarla quella partita, quella non era la vera Isola, gli unici 90’ minuti sbagliati in tutto il campionato, è andato tutto storto quel giorno, peccato davvero. Resta un brutto ricordo anche l’immeritata sconfitta nella semifinale di Coppa Calabria contro lo Scalea. Solo un ripescaggio in D potrebbe in parte colmare questi due episodi negativi e determinati, nonostante una grande stagione, e mi auguro di cuore che l’Isola sia ripescata”.
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