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Il Csi, Centro Sportivo Italiano, applaude alla giustizia nel mondo del calcio. Le ultime notizie sul calcio scommesse, scaturite dal proseguimento dell’inchiesta della Procura di Cremona, denominata “Last Bet”, hanno portato l’ente di promozione ad «esprimere tutta la nostra indignazione per il modo in cui personaggi sportivi che dovrebbero essere di esempio per i giovani mostrano invece una disarmante povertà etica, che li ha resi alleati nel malaffare a settori della malavita organizzata».
L’ipotesi sempre più consolidata di prove certe della corruzione nel mondo del pallone ha portato la Presidenza Nazionale dell’Associazione, riunita alla vigilia di Natale, ad esaminare i dettagli finora emersi dall’inchiesta.
In quest’ottica «si è visto un grande segno di speranza per il futuro dello sport il rifiuto del giocatore del Gubbio, Simone Farina, di vendere la sua lealtà di atleta in cambio di una consistente somma. Che si debba considerare eccezionale un gesto che dovrebbe essere invece normalità, dimostra – a giudizio del CSI – quanto sia importante valorizzare e diffondere gli esempi positivi che lo sport esprime».
Il gesto del giocatore ha portato il CSI, che quest’anno si è posto come tema sociale “L’educazione sfida lo sport”, ad assegnare a Stefano Farina il premio “Discobolo d’oro”, il più alto riconoscimento che l’associazione concede a chi ha dato lustro ai valori dello sport dentro e fuori dal campo.
«Da sempre – ha spiegato il presidente nazionale del CSI, Massimo Achini – il CSI, che si occupa prevalentemente di promuovere lo sport tra i giovani, facendone strumento di educazione alla vita, ritiene che gli sportivi professionisti abbiano il delicato compito di essere di esempio, rappresentando per i ragazzi modelli da imitare. Lodevole l’iniziativa del CT della Nazionale Prandelli di convocarlo per il prossimo ritiro azzurro».
Il premio sarà assegnato allo Stadio “Barbetti” di Gubbio, presumibilmente in occasione della prima giornata di ritorno, in programma il 14 gennaio, quando i rossoblu affronteranno in casa il Grosseto. «Lo sport di base – dichiara il Consigliere Nazionale Csi Paolo Cicciù e presidente del comitato di Reggio Calabria – è diventato maggioritario sotto il profilo dei praticanti rispetto allo sport olimpico e allo sport professionistico, ma continua ad essere minoritario quanto a rilevanza, diritti e sostegno economico. La mancanza di una Legge – quadro è una grave lacuna di civiltà e di cultura sportiva, da cui nasce la degenerazione del calcio italiano e dell’intero sistema sportivo.
Oggi in realtà, bisogna lavorare per promuovere una nuova generazione di luoghi educativi, in cui si ricostruisca quel tessuto sociale che rimetta insieme la comunità delle persone, che fortifichi i legami tra i cittadini. – ha aggiunto Cicciù – Bisogna pensare a un luogo che sia la scuola dell’accoglienza, dell’orientamento, dell’allenamento, dell’accompagnamento e della speranza. I nuovi luoghi educativi devono essere “competitivi” con i solerti mercanti del “nulla”, tutti protesi a magnificare i loro prodotti; venditori di fumo, propagandisti, pronti ad ogni genere di risposta prefabbricata e poco attenti ai bisogni interiori delle persone».
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