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Undici luglio, una storia tutta da raccontare. Come nel 1982, è e sarà sempre, una data da ricordare. I giovanotti nazionali, sono andati oltre l’ostacolo, mettendoci forza, grinta, volontà e cuore. Un cuore grande, che ha permesso loro di tenere alto il tricolore, raggiungendo la vetta d’Europa. Dopo aver battuto a domicilio i tedeschi nel 2006, è toccato all’Inghilterra inchinarsi all’undici di Roberto Mancini nel proprio tempio: Wembley. E’stato Bonucci a riprenderla dopo il gol in apertura di Shaw, poi ai rigori ci ha pensato Donnarumma, premiato come miglior giocatore dell’Europeo.
Tra mille difficoltà
Il trofeo, seppur tra mille difficoltà, come quindici anni fa, la Nazionale l’ha riportato a casa ai rigori, dopo due penalty parati dal portierone azzurro. Il tutto sotto lo sguardo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha sofferto e poi esultato in tribuna. Il gruppo, per tutto l’Europeo, ha dato un importante segnale di unità, che non si è fermato di fronte agli infortuni. Sotto la pioggia, si è concretizzato il trionfo di tutto il gruppo targato Mancini, che dopo l’ultimo miracolo di Donnarumma, si è sciolto in un abbraccio bagnato dalle lacrime con Vialli, l’amico di una vita. Questa coppa è soprattutto sua. Ha creato un gruppo unito, che ha fatto vedere il calcio migliore di questi Europei.
Un gruppo unito
L’Italia Manciniana, ha saputo con grande sacrificio ed intelligenza aspettare unita e coesa il momento giusto per colpire un’Inghilterra, incapace di chiudere un match durissimo per tutti. Sorretto dalla monumentale coppia Bonucci-Chiellini, l’undici azzurro, ha saputo riorganizzarsi. Lo hanno dimostrato anche le mosse da vero stratega del C.t. azzurro. Da quel momento è stata un’altra partita per una nazionale sempre reattiva.
Super Donnarumma
I trenta minuti del supplementare, condotti con la mentalità del non scoprirsi non hanno fatto registrare sussulti. Quando si è andati ai calci di rigore, ecco sugli scudi un super Gigio Donnarumma. L’stremo difensore azzurro, sempre carico, ha messo le mani su questo Europeo parando prima il tiro di Sancho, ripetendosi poi su Saka. Di fatto ha messo il sigillo sull’ undici luglio 2021 che è entrato nella storia dello sport azzurro dopo quello del 1982.
Una gioia incontenibile
Nel momento in cui Il capitano Giorgione Chiellini, ha alzato la coppa al cielo, è esplosa la gioia incontenibile dei tifosi a Wembley, così come nelle case, nelle piazze e per le strade di un’Italia che si è risvegliata con un cielo sempre più blu per dirla alla Rino Gaetano. La nostra Nazionale, dopo 53 anni, ha compiuto l’impresa regalandoci una emozione unica: quella di fregiarsi con merito, del titolo di Campione d’Europa.
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