CSI Reggio Calabria, lo sport italiano in corsa per la pace in Terra Santa

IL PRESIDENTE CSI MASSIMO ACHINI ALLA MARATONA IN TERRA SANTA

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IL PRESIDENTE CSI MASSIMO ACHINI ALLA MARATONA IN TERRA SANTA
IL PRESIDENTE CSI MASSIMO ACHINI ALLA MARATONA IN TERRA SANTA

GERUSALEMME È un’alba chiara, solare e pacifica quella di Gerusalemme. È l’alba del JPII Games 2011, i Giochi dedicati a Giovanni Paolo II, il “Papa sportivo”, e della Maratona della Pace.

Gli oltre 400 pellegrini-maratoneti del Centro Sportivo Italiano e dell’Opera Romana Pellegri­naggi arrivati in Terra Santa, scaldano i musco­li e il cuore. Indossano le maglie e le tute d’or­dinanza, perché questo è un giorno davvero spe­ciale.

È la corsa pacifista che per l’ottava edi­zione riesce nel “miracolo” che spesso manca ai potenti della terra: mettere insieme, palestine­si e israeliani. Di corsa, uniti, gomito a gomito, in una gioia sudata e che sa di tregua vera, nel tracciato splendido (qui nacque Gesù duemila anni fa) e doloroso (qui si combatte da sempre) che va da Betlemme a Gerusalemme.

Dodici chilometri di speranza per una pace che tutti invocano in Piazza della Natività. Una piazza che si tinge dei colori dell’arcobaleno. Dopo il saluto del sindaco di Betlemme, Victor Batarseh, si accende la “fiaccola della pace”. A portarla sul palco delle autorità è una tedofora, Giusy Versace. Sale lentamente per via delle due protesi in fibra di carbonio, le “cheetah” come quelle di Oscar Pistorius, che anche lei usa per corre in pista. Giusy cinque anni fa ha avuto un incidente stradale in cui ha perso tutte e due le gambe, ma non si è mai data per vinta.

«Essere qui al via di questa maratona per me vuol dire prima di tutto dare un segnale di pace e di soli­darietà, ma serve anche a lanciare un messag­gio a tutte le persone disabili, affinché non re­stino chiuse nelle loro quattro mura di solitudi­ne, ma provino ad uscire e se possibile a fare sport». Messaggio arrivato da tempo e messo in pratica da Isabella Vicanò – campionessa italia­na e vicecampionessa del mondo paralimpica di tiro a segno – che, spinta dal marito Alberto Fanfoni, ha tagliato con la sua carrozzina l’arri­vo intermedio del check-point.

Un’andatura vo­lutamente lenta, di intensa riflessione, con la fiaccola che passa da una mano all’altra, in una staffetta in cui si mescolano lacrime di gioia ai cori festosi dei “73 angeli” di Haiti, scampati al terremoto del gennaio 2010. Sono i ragazzi di Port-au-Prince di Padre Rick Franchette che al comando del suo gruppo scatta atletico e di­spensa saluti ai palestinesi che, incuriositi, si af­facciano dalle botteghe e dalle finestre dei pa­lazzi al passaggio della “nuvola bianca”.

Alla fine quasi tutti i pellegrini-maratoneti arri­vano di corsa al check-point. Lì, a un passo dal­le altane dei soldati israeliani era stato predi­sposto un campo da calcio a 5. Un piccolo cen­tro sportivo improvvisato, in cui il clima di festa confonde anche le mimetiche verdi dei milita­ri israeliani con il kalashnikov sempre a porta­ta di mano.

Il momento più forte del qua­drangolare è il “derby” inedito Israele – Palesti­na. «Hanno vinto gli israeliani è vero, ma quel­le strette di mano prima e dopo la partita val­gono molto di più di tante parole», dicono il di­rettore generale della Lega Pro Francesco Ghi­relli e padre Ibrahim Faltas. Alla fine, all’arrivo a Gerusalemme (a Notre Da­me), ognuno dei partecipanti ha coronato il suo piccolo, grande sogno. La Maratona del 2011 termina qui, ma al Csi pensano già alla prossi­ma. «Due obiettivi per l’immediato futuro – di­ce il presidente del Csi Massimo Achini -: orga­nizzare a Gerusalemme un forum con i grandi capi dello sport internazionale, Cio, Fifa e Ue­fa; poi consentire alle nazionali dei Paesi in guer­ra, di ritrovarsi qui in Terra Santa».

Un augurio e una benedizione che arriva direttamente dal­la “preghiera” di Papa Giovanni Paolo II che ha lasciato detto: «Signore Gesù aiuta questi atleti a essere tuoi amici e testimoni del tuo amore».«Lo sport costituisce uno dei più grandi strumenti del mondo contemporaneo per promuovere la pace e per azzerare ogni distanza tra i popoli e le persone – afferma Paolo Cicciù, presidente provinciale e consigliere nazionale Csi. Lo sport ha la capacità di generare nuovi legami, è prima di tutto un’esperienza umana . Ai giovani Calabresi dobbiamo conferire parametri chiari in tema di solidarietà, di assunzione di responsabilità, di integrazione, di tolleranza, di legalità, di democrazia, di cittadinanza attiva»

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Author: Cristina

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