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La Chiesa Italiana (Cei) istituisce una Scuola di pensiero per formare una nuova generazione di dirigenti sportivi. “Tutto cambia, affinché nulla cambi”. Le decisioni della Disciplinare sulla vicenda del calcio scommesse, qualunque sia l’esito, resteranno una superficiale operazione di estetica.
Lo scandalo delle scommesse avrebbe dovuto innescare un confronto serio tra le diverse anime dello sport italiano, un’assunzione di responsabilità della deriva etica e morale da parte della classe dirigente e un dibattito culturale sulle strategie per una riforma dell’intero sistema sportivo. Ma così non è stato.
Il sistema – calcio, invece di prendere atto del fallimento profondo di un modello, preferisce punire i diretti responsabili con squalifiche e radiazioni che non mutano il quadro d’insieme». Queste le parole di Edio Costantini, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport, a proposito dello scandalo “scommessopoli”.
«La risposta della Chiesa e dell’associazionismo sportivo cattolico deve essere di tipo culturale ed educativo. Infatti, l’Ufficio Nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza Episcopale Italiana, – dichiara Costantini – in collaborazione con la Sezione Chiesa e sport della Santa Sede e la Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport, ha istituito una Scuola di pensiero con l’obiettivo di formare una nuova classe di dirigenti sportivi, di allenatori, di educatori e perfino di arbitri e insegnanti.
La prima fase della Scuola “Uno sport per l’uomo aperto all’Assoluto” si concluderà a fine novembre. Un gruppo di 60 persone, tra cui dirigenti, allenatori, docenti universitari, sacerdoti e studenti, provenienti da tutta Italia e con un rigoroso calendario di incontri e di studio, si propone di riscrivere e di promuovere un nuovo modello educativo e di cultura sportiva da mettere a disposizione dell’associazionismo sportivo italiano. Solo uno sport che “rimette al centro il bene ultimo dell’atleta, la sua dignità e la questione educativa”, può ridare credibilità all’intero sistema sportivo e al calcio italiano. L’obiettivo è formare cittadini e sportivi migliori, che stiano alla larga dalle seduzioni del doping, del denaro e della vittoria a tutti i costi.
Sportivi che siano anche persone “umanamente e spiritualmente mature”, come chiede Papa Benedetto XVI, che – conclude Costantini – sappiano disinnescare, attraverso stili di vita positivi, la cronica ciclicità degli scandali nello sport, da Calciopoli a Scommessopoli». Concorde con l’analisi di Costantini anche il Presidente Provinciale e Consigliere Nazionale Csi Paolo Cicciù secondo il quale <oggi lo sport ha bisogno di una nuova classe dirigente.
I Cattolici non possono più tentennare, rimanendo indifferenti a tutto. Occorre formare le personalità di ciascun dirigente, per essere preparati a sostenere la sfida delle scelte esigenti, a partire dalla adeguata conoscenza dei problemi, da una ed esemplare formazione alle strategie politiche e agli strumenti da adottare nei confronti di esse. La formazione politica, progettuale e tecnica deve essere accompagnata da una formazione spirituale, proprio perchè attenta alla dimensione religiosa dell‘esperienza umana.- ha aggiunto Cicciù – Occorre mettere in campo doti importanti, come coraggio, passione, determinazione, fiducia, desiderio di condivisione e lungimiranza.
Occorrono motivazioni forti, da sprigionare in ogni istante senza che siano soffocate dalle urgenze quotidiane, dalla frenesia gestionale. Troppe volte i dirigenti appassionati si trasformano nel tempo, e senza nemmeno rendersene conto, in semplici e stanchi prestatori d‘opera, appiattiti nella proposta di uno sport asettico, incapace di educare, appassionare, coinvolgere. Sotto questo profilo il cambiamento richiede un‘innovazione dirigenziale. Ciò significa creare un sistema di accesso alle dirigenze fondato sulla meritocrazia. – ha continuato il presidente provinciale del Csi – Lo sport di oggi ha bisogno di dirigenti competenti circa la storia, i valori, gli stili, la pratica sportiva, le relazioni istituzionali e territoriali. La meritocrazia è lo strumento più potente a disposizione di ognuno per ricoprire ruoli importanti e formare la nuova classe Dirigente dello Sport>.
Il Csi di Reggio Calabria ha accolto subito la sfida lanciata dalla Cei. A Settembre (dal 4 all‘11) oltre venti tra dirigenti e volontari del Comitato saranno presenti al Campus Nazionale promosso dall‘Ufficio Sport della Conferenza Episcopale Italiana. Inoltre, durante la seconda edizione del Festival dello Sport Educativo “ReggioCalabria“ SportinFest 2011”, il Csi di Reggio Calabria organizzerà la prima Convention su Sport e Oratorio. <L’incontro ha l’obiettivo di avviare una seria discussione, con tutti i Dirigenti Sportivi delle Associazionismo Cattolico,- conclude Cicciù – sul tema dell’educazione attraverso lo sport. Almeno da questo punto di vista scommessopoli ha dato i suoi frutti>.
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