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Educare con lo sport non è un fatto scontato: l’educazione ai valori attraverso lo sport è più affermata retoricamente che realizzata nella pratica. Spesso chi si occupa di sport deve fare i conti con un luogo comune: che educare praticando lo sport sia un fatto scontato, come se lo sport avesse in sé un misterioso e potente “fattore x” per cui basta coinvolgere i ragazzi in una squadra sportiva perché essi ne ricavino automaticamente lezioni di vita circa la lealtà, il rispetto delle regole, la cooperazione, la tensione a migliorarsi sempre.
Educare con lo sport non è scontato né facile. Per educare, nello sport serve la capacità di valutare il suo potenziale educativo. Poco più di mezzo secolo fa Pio XII esortava l’associazionismo sportivo cattolico a non privare alcun giovane del«bene dello sport». Questo richiamo conserva ancora oggi tutta la sua validità e la sua forza. L’intenzionalità educativa è il cuore dell’attività sportiva e va messa al primo posto, ponendo tutti gli altri elementi al suo servizio.
L’intenzionalità educativa nello sport si esprime nel capire che cosa chiede il ragazzo allo sport, nel mettersi con lui in un atteggiamento di autentica comprensione, di disponibilità a condividerne le attese, i desideri, le angosce, gli entusiasmi. Lo sport ha in sé un potenziale educativo enorme: insegna ai giovani in prima istanza valori sociali importanti eppure vacillanti, come la fiducia nel futuro, l’assunzione di responsabilità, il rispetto della legalità, l’accoglienza del “diverso”, la cooperazione, il vivere insieme secondo le regole della
democrazia, il fair-play. E non solo: contribuisce a rispondere alle domande profonde che pongono le nuove generazioni circa il senso della vita, il suo orientamento e la sua meta. In questo tempo di crisi dell’educazione, lo sport è un’esperienza opportuna per tornare a prendersi cura della persona nella sua globalità e per aiutarla a crescere verso ciò che rende la vita buona e degna di essere vissuta. Educare con lo sport richiede progettualità, intenzionalità educativa, metodo educativo ed educatori all’altezza del ruolo consapevoli e preparati. Si educa ogni giorno ma in una prospettiva di lungo periodo e dentro un patto di alleanza con il territorio. In questa direzione è orientata l’attività formativa promossa dal Csi di Reggio Calabria.
E’ in dirittura di arrivo il corso per Educatori Sportivi “Dirigenti”, che si concluderà il 16 Aprile durante l’Assemblea Provinciale “ L’Educazione Sfida lo Sport”. Tutto pronto per il corso per Allenatori di calcio / calcio a 5, Pallavolo e Pallacanestro. Il corso è diviso in due moduli: uno comune a tutti gli sport ed uno specifico per disciplina. Il primo modulo prevede 5 incontri con tematiche significative: l’importanza del ruolo dell’educatore sportivo, elementi di primo soccorso, attenzioni educative e rapporti all’interno dello spogliatoio. Il secondo modulo prevede 4 incontri con indicazioni specifiche sulla metodologia dell’allenamento e con la parte tecnica specifica per le tre discipline.
Il corso nasce da una forte esigenza del territorio. Il desiderio di aumentare le proprie conoscenze tecniche, è sinonimo di crescita oltre che individuale anche della realtà dove lavora e opera il CSI. Le informazioni sui corsi sono consultabili sul sito www.csireggiocalabria.it .
La scadenza è fissata per il 23 Aprile 2012. Pietro Inuso, Coordinatore Provinciale della Formazione Csi, ha dichiarato< E’ importante dare ai Dirigenti il giusto orientamento educativo ma anche le giuste competenze tecniche, per vivere nel migliore dei modi l’esperienza sportiva. La novità assoluta è il coinvolgimento di discipline diverse oltre al calcio come la pallavolo e la pallacanestro, per rilanciare ed incentivare questi sport cosiddetti minori. Sono numerosissimi i giovani e gli adulti necessari per far funzionare una società sportiva, per gestirne le attività, per allenare i ragazzi, per organizzare un torneo… allenatori, dirigenti, arbitri…costituiscono una straordinaria risorsa non solo per lo sport, ma anche per l’educazione: la loro persona è molto influente sui ragazzi e sui più giovani.
Essi rappresentano l’ideale dell’atleta che ha già fatto un tratto di strada davanti a loro; è un adulto che ha la loro stessa passione e al tempo stesso ha il potere di decidere “chi gioca e chi sta in panchina”. Dunque è uno al quale mostrare la parte migliore di sé e davanti al quale occorre tirar fuori il meglio delle proprie risorse sportive e di personalità.> Come può un allenatore sportivo essere educatore? Qual è il modo tipico dell’allenatore – educatore di prendersi cura della persona dei ragazzi e dei giovani, della loro crescita e del loro bene?
Il progetto educativo del CSI che ha a cuore la crescita e il destino del ragazzo, è per forza un atto d’amore. Non ci sarebbe attenzione all’altro senza quest’ atto d’amore, non ci sarebbe percorso educativo senza amore, non ci sarebbe accoglienza senza amore. Naturalmente l’apporto che un allenatore può dare all’educazione dipende dal suo sistema di valori, dalla qualità umana del suo rapporto con i ragazzi, dall’intenzionalità educativa con cui entra in relazione con loro.
Occorre innanzitutto che negli operatori sportivi ci sia passione educativa, la voglia di non accontentarsi di ciò che è facile o scontato, quella di mettersi in gioco nel rapporto con l’altro. Questa passione unita alla generosità del cuore difficilmente si può comprare o vendere; eppure è ciò che contraddistingue e rende “speciale” il volontariato sportivo, che è la prima grande risorsa a disposizione dello sport. Ciò significa essere disposti ad andare controcorrente, essere disposti ad abitare i territori più aridi dello sport per portarvi un messaggio di umanità e di speranza.
Paolo Cicciù, Consigliere Nazionale Csi < L’allenatore è educatore quando opera secondo un’intenzionalità, non in modo casuale; quando cioè si pone in un rapporto intenzionale, frutto di scelte, valori, strategie. Il vero educatore sportivo va oltre la proposta sportiva, partecipa alla vita dei giovani, si interessa ai loro problemi, cerca di rendersi conto di come essi vedono le cose, prende parte alle loro conversazioni oltre che alle loro attività sportive e culturali; è pronto a intervenire per chiarire problemi, per indicare criteri, per orientare, per correggere… è un adulto che sa dare valore soprattutto alla relazione personale>.
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