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di Francesco Iriti
Lo scorso fine settimana si è concluso il Campus Formativo residenziale organizzato dal Centro Sportivo Italiano – Comitato Regionale Calabria guidato dal Presidente Renzo Ambrogio.
La location del “Villaggio del Pino” a Melia di Scilla ha ospitato questa stupenda manifestazione alla quale hanno preso parte oltre cento ottanta corsisti provenienti dalla Calabria, con presenze anche dalla Sicilia e dalla Sardegna. All’interno del Centro Sportivo Italiano si è avvertita la necessità di formare nuove figure dirigenziali, orientate sul versante della promozione sportiva e rilanciare un’intensa azione formativa dei dirigenti, degli animatori, degli arbitri e dei giudici.
Oggi, si deve “fare sport”, compiendo una significativa scelta di vita (di cittadinanza attiva) mettendosi al servizio degli altri come dirigenti, operatori sportivi, animatori e arbitri rilanciando la funzione sociale degli oratori e delle società sportive.
Il corso per dirigente di società sportiva è stato guidato da Salvo Russo (presidente regionale Sicilia), Battista Bufanio (vice presidente regionale Calabria) e Don Nuccio Cannizzaro (consulente ecclesiastico regionale). Lo stage regionale arbitri di calcio a 5 si è avvalso della fattiva collaborazione di Cristiano Nicosia, formatore nazionale arbitri Csi che ha coordinato ben quaranta fischietti nero arancio. Carmine Di Pinto ha guidato i trenta giudici sportivi provenienti dalla Calabria, dalla Sicilia e dalla Sardegna.
Il Direttore della Snes (Scuola Nazionale Educatori Sportivi Csi) Rossella Graziano e la formatrice nazionale Antonella Muscatello hanno accompagnato oltre sessanta educatori a vivere esperienze significative all’interno dei laboratori ludico–motorio e grafico – pittorico. Come sempre è risultato fattivo l’apporto dei volontari che hanno permesso il normale svolgersi dell’evento dove erano presenti, inoltre, Mimmo Aricò, Nicola Marra, Pietro Inuso, Alessandro Surace, Nicoletta Strangio, Clementina Tripodi, Lorenzo Surace, Giuseppe Zappia, Paolo Simone, Domenico Surace e Angela Dodaro.
Molti i momenti importanti del campus come l’incontro dei dirigenti ciessini con Mimmo Praticò, presidente del Coni Calabria, e Luciano Gerardis, presidente del Tribunale di Reggio Calabria. Significative le parole del Presidente Gerardis: <In un momento storico in cui l’emergenza educativa è dilagante, la vostra storia e la vostra identità, rappresentano la base per rilanciare lo sport nella nostra Regione. L’attività sportiva deve tornare a essere strumento di educazione. I nostri allenatori e i nostri dirigenti devono diventare – ha dichiarato Gerardis – punti di riferimenti per i ragazzi e per i giovani.
Non mi aspettavo tanto entusiasmo e partecipazione. Il Csi può dare risposte alle domande di sport delle nuove generazioni>. Entusiasta Mimmo Praticò secondo il quale <ancora una volta il Csi si è reso protagonista di un evento significativo per lo sport calabrese. L’educazione attraverso lo sport passa attraverso scelte coraggiose e lungimiranti>.
I lavori sono stati introdotti da Renzo Ambrogio, presidente regionale Csi. <Siamo onorati di avere tra noi due figure autorevoli come il presidente Gerardis e il presidente Praticò. Il Csi sta testimoniando come – ha affermato Ambrogio – lo sport educativo e di cittadinanza sia l’unica risposta all’emergenza educativa che la nostra terra sta vivendo>. Dopo i saluti del consulente ecclesiastico regionale Don Nuccio Cannizzaro, che nel suo intervento ha esaltato i valori positivi dello sport, la parola è passata a Paolo Cicciù, presidente provinciale e consigliere nazionale CSI.
<L’esperienza formativa di Melia intende essere un nuovo ed ulteriore capitolo nella storia formativa del CSI. Consegniamo a tutto lo sport calabrese questo nuovo modo di fare e vivere lo sport perché sia diffuso, promosso e conosciuto, nella convinzione che saremo in tanti a parlare della vita, a progettare e pianificare strategie educative e a formarci insieme e in comunione. Contemporaneamente occorre potenziare il ruolo della comunità educante, promuovere una sorta di “patto educativo”- ha dichiarato Cicciù – tra la famiglia, la scuola, la parrocchia, l’associazionismo, il territorio e le istituzioni.
I dirigenti devono diventare educatori e non vivere lo sport come prestatori d’opera. Non c’è strategia educativa nello sport che tenga se non è centrata sul ruolo attivo e proattivo dei soggetti, delle persone siano esse allenatori, istruttori, educatori, arbitri, genitori, insegnanti, atleti. Troppe volte educatori appassionati si trasformano nel tempo, e senza nemmeno rendersene conto, in semplici e stanchi prestatori d’opera, appiattiti nella proposta di uno sport asettico, incapace di educare, appassionare e coinvolgere. – ha concluso il presidente provinciale del Csi – Lo sport ha bisogno di “educatori” e non di “prestatori d’opera”. Ciò significa avere la grinta e le motivazioni per andare controcorrente, essere disposti ad abitare i territori più aridi dello sport per portarvi un messaggio di umanità e di speranza>.
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