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di Cristian Fiorentino
Dopo gli incontri non avvenuti dei giorni scorsi e gli inviti, anche per mezzo missiva, a vari imprenditori il dirigente del club jonico torna a tuonare: ho lanciato molte esortazioni. Oltre a convocare altri appuntamenti con imprenditori della città, al momento andati a vuoto per diversi motivi, ho parlato anche con i responsabili delle altre realtà sportive coriglianesi. Tra i progetti anche una polisportiva
che possa portare avanti più squadre sotto un’unica società allargata e ramificata. Non ho avuto, però, al momento riscontro e risposta da nessuna delle parti interpellate. Ho dialogato anche con l’assessore allo sport Ceo, che ringrazio per la disponibilità, per un maggiore coinvolgimento attraverso la parte istituzionale al fine di sensibilizzare più forzepossibili. Sto stimolando- prosegue Elia- anche la tifoseria al fine di far convergere più componenti nella stessa direzione e per l’avvenire del club. Visto il mio muovermi anzitempo nei confronti in più sensi e dopo i tanti sacrifici compiuti, nel corso di questi anni dopo una promozione e una salvezza, non mi resta che pensare ad altri scenari. Sono sempre disponibile a qualsiasi tipo di soluzione e anche a farmi da parte per cedere il titolo a forze nuove dove io potrei restare come semplice dirigente e sponsor. Solo in ultima ipotesi potrei vendere il titolo altrove>>.
Ma siccome il vulcanico Elia una ne pensa e mille ne fa schiudendo un concetto futuristico, in passato ventilato ma mai attecchito, per il versante jonico cosentino pallonaro, lancia una vera provocazione: << Sono altresì disposto anche a tendere la mano ai paesi limitrofi, Rossano compreso, per tentare una fusione ben programmata e che coinvolga più forze possibili in grado di guardare ad un progetto innovativo e interessante per il calcio dell’intera Sibaritide. Tanto per intenderci un idea sulla falsa riga del
modello Gallico- Catona che tante soddisfazioni ha dato ad entrambi i paesi reggini protagonisti sino alla fine play- off in Eccellenza in questa annata.
Se esistono i margini tra due o più società e i paesi dello stesso territorio, coinvolgendo anche le singole istituzioni, e tra le popolazioni di un’unica area urbana per discutere su un progetto comune serio, possiamo anche pensare ad un unico club. Il discorso potrebbe essere ampio e laborioso ma su cui agire nel dettaglio insieme sia per prima squadra che per un settore giovanile. Su queste basi potremmo davvero pensare ad una grande club e una squadra ambiziosa con gli interessi calcistici di tanti per proporre la nostra terra nel calcio che conta veramente. Magari per una volta senza tifare squadroni del nord ma investire, non solo tra imprenditori anche tra tifosi e sportivi, in un progetto locale che guardi lontano.
Mi auguro- conclude Elia- che dopo questi ennesimi appelli e ventagli di idee e proposte, qualcuno, spero in molti, possano essere interessati ad impegnarsi per produrre qualcosa di serio per un prossimo futuro raggiante e solido nel tempo in maniera collettiva>>.
Che i tempi di crisi, le problematiche economiche e la fama calcistica non portino nel 2014 ad un arduo scenario ancora non gettonato causa un campanilismo spesso fine a se stesso?Le prossime settimane saranno chiarificatrici. Forse!
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