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CHIEVO VERONA: Puggioni; Jokic, Coulibaly, Farkas, Sardo (46’ Drame); Dettori, Rigoni, Cofie (55’ Cruzado); Samassa, Di Michele, Moscardelli (76’ Stoian), All. Corini.
REGGINA: Facchin; Freddi (84’ Maicon), Ely, Lucioni; D’Alessandro, Rizzo, Castiglia, Rizzato; Bombagi; Fischnaller (75’ Louzada), Viola (54’ Campagnacci, All. Dionigi.
Arbitro: Giacomelli
Marcatori: Lucioni (R)
Ammoniti: Coulibaly (C), Fischnaller (R)
Prestigioso risultato della Reggina al Bentegodi nel quarto turno di Coppa Italia che, eliminando il Chievo, si regala il Milan che affronterà nei quarti. Una Reggina cinica e attenta che ha confermato la buona prova dimostrata contro il Sassuolo. Partita caratterizzata dalle precarie condizioni del terreno causa l’incessante pioggia che non ha dato tregua per buona parte della gara, a scapito quindi dello spettacolo. Le partite di Coppa Italia sono un banco di prova per i giocatori poco utilizzati in campionato e i due tecnici non tradiscono questa consuetudine. Nella reggina si rivedono Freddi e Rizzato dopo gli infortuni, Ely squalificato in campionato e altri panchinari abitudinari. Il Chievo è la squadra più incisiva, nonostante il terreno pesante, ma la reggina, grazie a un buon palleggio e alla sistemazione in campo, riesce a tenere testa. L’uomo più attivo dei clivensi è Samassa coadiuvato da Moscardelli e dall’ex Di Michele, al contrario la Reggina è presente sulla sinistra con il capitano Rizzato e l’ottimo Bombagi sulla trequarti. Ma il protagonista, nel bene e nel male, è senza dubbio Lucioni che, nella ripresa, trafigge il Chievo su colpo di testa da calcio d’angolo. Insieme a Ely spazza l’area senza fronzoli e si sostituisce persino agli attaccanti avversari quando, sempre di testa su calcio d’angolo, sfiora il più clamoroso degli autogol, cogliendo la traversa della sua porta. È artefice anche di due tocchi di braccio nella sua area, su cui l’arbitro ha però sorvolato. Dopo il gol la squadra di casa cerca di recuperare il passivo ma senza riuscirci per incapacità degli attaccanti o prontezza del portiere avversario Facchin. Con l’inserimento dei giovani Louzada prima e di Maicon dopo, il tecnico Dionigi disegna la squadra secondo un 4-2-3-1 per difendersi meglio dagli attacchi del Chievo, e portando così a casa un risultato cercato e voluto, come ammesso dallo stesso tecnico, ma forse insperato e inatteso ai più.
Angelo
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