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Massimo Costantino ha voluto incontrare la stampa per salutare i tifosi, i giornalisti e tutto l’ambiente lametino dopo i quattro anni vissuti alla guida della Vigor Lamezia.
“Mi dava un po’ fastidio – ha esordito Massimo Costantino nel prendere la parola –l’idea di scrivere un comunicato stampa o una lettera, ed ho preferito incontrarvi personalmente per salutarvi e e ringraziarvi dopo questa lunga avventura trascorsa assieme. A luglio 2010, quando arrivai ad allenare la Vigor, c’era un po’ di scetticismo nei miei riguardi, ora ho invece ricevuto diversi attestati di stima, tantissime chiamate e messaggi, a testimonianza di come oggi Costantino sia un allenatore apprezzato anche nella propria città e non più nemo propheta in patria. Ringrazio per questo i tifosi, senza fare distinzioni tra chi mi ha apprezzato di più o di meno. Ringraziamento che estendo alla società ed al direttore sportivo, avendomi dato la possibilità di affrontare questa avventura. Se come si dice, sono diventato un allenatore quotato in Lega Pro, è anche merito loro, nonostante è normale mi dispiaccia non aver potuto portare a compimento questa missione del raggiungimento della Lega Pro Unica. Mi restano la coscienza pulita ed i 16 punti ottenuti anche grazie ai miei collaboratori , punti che restano un contributo, seppur parziale, al conseguimento dell’obiettivo finale. Ovviamente resterò un tifoso della Vigor Lamezia e le faccio un grosso in bocca in lupo, auspicando possa migliorare rispetto a quanto sono riuscito a fare io. Lascio una squadra composta da bravi ragazzi , professionisti che hanno cercato sempre di darci una mano e seguirmi. Sono perciò convinto di come questo gruppo possa disputare un torneo più che dignitoso”. “L’aver collezionato più di 129 panchine consecutive ritengo sia un record per questa società. Così come lo è stato l’aver avuto la miglior difesa d’Italia ed un terzo posto finale che resta uno dei migliori piazzamenti in classifica della storia bianco verde. O ancora gli 80 punti fatti due stagioni fa, arrivando ad una differenza reti di +30. O ancora l’imbattibilità per più di un anno del D’Ippolito”. Appiattimento mentale nella squadra? Ritengo che se ci fosse stato realmente, la squadra non sarebbe andata ad Ischia dominando la partita e fallendo cinque-sei nitide occasioni da rete, e non avrebbe nemmeno sfoderato la buona prova di Gavorrano. O quantomeno si sarebbe potuto parlare di appiattimento mentale alternato.
Dopotutto stiamo parlando di una formazione che ha perso due sole partite, ed ancora imbattuta in trasferta. Ma non sono qui per ribattere o rispondere a nessuno, anche perché, tra l’altro, non è neanche la sede giusta. Ho voluto quest’incontro con voi della stampa soltanto perché non mi andava di sparire improvvisamente. Lunedì sono andato a salutare anche la squadra negli spogliatoi, facendo una chiacchierata con essa”.
“La società – precisa – ha la piena autonomia di decidere cosa fare. Io posso soltanto prenderne atto. L’importante è sapere di avere lavorato al massimo delle mie possibilità per questa squadra e questi colori. Sul piano professionale non mi si può imputare nulla. Una scelta, quella del mio esonero, che si può condividere o meno, ma che bisogna accettare. Poi ognuno si prenderà le proprie responsabilità così come fatto dal sottoscritto”. Costantino si sente tradito da qualcuno?“Assolutamente no perché, come già detto, ogni squadra di calcio può attraversare un momento così così”.
“Quando l’ho percepito? Un po’ prima di domenica sera. Senza voler star qui a nascondermi, precisamente mi sono accorto che non c’era più pazienza sin dal triplice fischio dell’arbitro contro la Casertana. Li ho capito che probabilmente la società si aspettava qualcosa di più da questa rosa. La mia colpa è semplicemente stata quella di non aver sempre vinto. Qualora l’avessi fatto, a quest’ora sarei stato ancora al mio posto anche se fossi risultato antipatico”.
“In ogni società non c’è mai unanimità di vedute – risponde sempre il quarantenne tecnico a chi cerca d’incalzarlo circa possibili, presunte, divergenze con la linea societaria -. Basti pensare a Berlusconi ed Allegri al Milan giusto per fare un esempio. Quindi il problema nel mio caso non può essere stato questo. Semmai, il fatto è che queste ultime partite hanno fatto arrabbiare il pubblico. Gente che ovviamente veniva a vederci al D’Ippolito e non quando abbiamo giocato in trasferta. Probabilmente qualora determinate prestazioni le avessimo fatte in casa e non fuori, oppure se avessimo spalmato le quattro vittorie in queste dieci giornate, senza concentrarle tutte all’inizio, a quest’ora ne sarei uscito con un bel 7 in pagella.
Invece è successo il contrario e la società ha deciso di voltar pagina. Tutto quello ch’è stato fatto, è avvenuto alla luce del sole e sotto gli occhi della stampa e della tifoseria. Se quattro anni fa ad esempio, quand’eravamo a ridosso della zona play-off, si decise di puntare sulla linea giovanissima vuol dire che tale scelta fu sottoscritta anche da me, tant’è che mi sono assunto le mie responsabilità andando, nel girone di ritorno, a prendere tre gol a partita quasi su ogni campo. Questo per dire che in ogni famiglia, anche nelle migliori, ci può stare un disguido, un’incomprensione o vedute diverse; ma non per questo si arriva ad esonerare un tecnico. Piuttosto, ritengo si sia pensato che era meglio partire con un nuovo corso adesso, anziché la prossima estate o magari tra cinque giornate. Il futuro non lo può prevedere nessuno, ma affannarsi adesso ad andare per forza a scoprire un perché, non ha senso. Anche se fossi stato esonerato da primo in classifica, oggi avrei detto le stesse cose. Il calcio è opinabile, d’altronde, ed ognuno può dire la sua. Se la dirigenza ha inteso cambiare sistema di gioco, o volto dell’allenatore, è giusto che l’abbia fatto. E’ nel pieno diritto del direttore sportivo e della società”.
Il direttore aveva recentemente ribadito che qualora lei fosse andato via, le sarebbe venuto subito dietro. Parole che stridono un po’ con quanto poi successo domenica sera. Lui ha comunque precisato che l’avrebbe fatto soltanto se lei si fosse dimesso. “Se lo sapevo, allora l’avrei fatto! Battute a parte, la mia risposta è che adesso dovete lasciarlo tranquillo perché deve raggiungere un obiettivo importante. Se la Vigor perde anche lui, diventa un casino”.
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